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Rien ne va plus. Azzardo e Stato: cose rilevanti nella Legge di Stabilità 2016

Se il mondo fosse twitter, l'hashtag sarebbe presto trovato #ionondelego. L'approvazione degli emendamenti governativi in Commissione Bilancio della Camera, arrivata questa mattina, apre inediti scenari, se la società civile li saprà cogliere e continuerà la sua pressione. Finita, invece, è l'era del parastato sabotatore e delle cause buone e giuste che non portano da nessuna parte

di Marco Dotti

Se il mondo fosse twitter, l'hashtag sarebbe presto trovato #ionondelego. Già, perché i primi sconfitti, di questa complessa e contorta vicenda, legata a riforme vere o presunte dell'azzardo legale italiano sono proprio loro.

Loro che, dopo la sonora bocciatura della Legge Delega in materia di azzardo a cura del Governo pochi mesi fa, hanno provato e riprovato in tutti i modi a farla rientrare dalla finestra, per interposto mittente o interposta persona: ex sindacalisti bianchi, ora in Area Dem – una corrente protobersaniana interna al PD -, senatori che si fanno scrivere le norme dai funzionari e, una volta scoperti, gridano al lupo, le pasionarie di tutte le cause e di nessuna passione, i digiunatori a mezzo stampa. Insomma: chi da un paio d'anni tiene fermo tutto, con la scusa di cambiare tutto, ma al solo fine di non cambiare niente.

Se il mondo fosse twitter, dicevamo. Ma il mondo è un po' più complesso e le sue strade talvolta non conducono a nulla, ma capita che, nelle condizioni giuste e con gli uomini che la Provvidenza o la sorte (ma di certo non una slot) ci fa incontrare, talvolta ci conducano da qualche parte.

Così è successo per la Legge di Stabilità 2016, per quanto attiene l'azzardo. Contestata, discussa, molto "mediatizzata", ma poi, a guardarci dentro, e ad agire, lobbysti e amici dei lobbysti esclusi, sono stati in pochi. Ma quei pochi non si sono arresi.

Pensiamo all'onorevole Lorenzo Basso, prima di tutti che non ha abbandonato l'Aula né le domeniche né all'Immacolata, e, diciamolo apertamente, la sponda di Palazzo Chigi con Tommaso Nannicini sempre sul pezzo. "Arremba sempre", diceva il buon Capitan Harlock. E così è stato.

Molte le criticità in Finanziaria. Ma molte di più potevano essere, senza un lavoro di fino condotto da alcune persone a cui dovremmo – proprio nella misura in cui nulla pretendono – dire grazie.

La società civile, di certo, non "canta vittoria". Le ugule d'oro e gli urlatori d'antan siedono altrove. Si registra, però, un'inversione di tendenza.

Dopo l'era-Monti, che nella sua Stabilità introdusse le famigerate slot on-line, dopo quella Letta, con i condoni di cui ben conserviamo memoria, dopo l'era-Baretta, nella scorsa Stabilità, quando in silenzio nei palazzi si lavorava a quella che doveva essere una "riforma epocale" che poi è sfociata in qualche convegno e un paio di migliaia di rassicurazioni dispensate a mezzo stampa, qualcosa sembra cambiare davvero verso.

Ecco alcuni punti presenti nella Stabilità 2016, sui quali converrebbe quanto meno riflettere, prima di partire con titoloni, rivendicazioni e recriminazioni varie:

La Legge di Stabilità 2016, oramai approvata anche se si attende il voto finale alla Camera che arriverà, probabilmente, lunedì, prevede:

– divieto totale di pubblicità in TV dalle 7 alle 22 e sempre per tutti gli ambiti che riguardano i minori;
limiti e distanze, decisi da Comuni e Regioni, e su tutto il territorio nazionale;
– aumento deciso della tassazione;
stop all’installazione di nuove slot AWP già dal prossimo anno;
– norme più severe per il contrasto al gioco online illegale;
– raddoppiato il fondo per la cura del GAP.

Piaccia o non piaccia, sicuramente dal 1 gennaio 2016 la situazione sarà molto diversa da quella lasciata in eredità dall'esercito delle buone cause. "Buone", ma perse. Se oltre alla rituale pacca sulla spalla che ne certifica la bontà qualche causa cominciamo a vincerla davvero, il tempo in cui le cose cambieranno nella direzione che auspichiamo ci appare, quanto meno, più vicino.


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