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Milano, un centro per senza dimora nella chiesa di via Pace

Progetto Arca con la Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano apre un luogo per accogliere una ventina di senza dimora che da anni vivono nell'area dell'ospedale nel centro di Milano. Obiettivo reintegrarli nella società

di Antonietta Nembri

Nel Policlinico di Milano apre un rifugio per senza dimora. Venti posti letto all’interno della chiesa di via Pace. Questa mattina a Milano la presentazione ufficiale dell’iniziativa che si inserisce all’interno del Piano Freddo. A gestire l’accoglienza Fondazione Progetto Arca.

Non è la prima volta che la chiesa all’interno del Policlinico diventa un rifugio per le persone più fragili. Già all’inizio dell’anno l’associazione per il Policlinico onlus aveva realizzato, con il Progetto homeless e la collaborazione di altre realtà, sempre nella chiesa di via Pace un primo punto di accoglienza per i clochard storici che qui come in molti grandi ospedali si rifugiano tra i padiglioni. Ora quell’iniziale intervento si struttura e si affida alla ventennale esperienza di Progetto Arca a favore dei senzatetto.

«Era necessario dare continuità al progetto dell’associazione per il Policlinico» ha sottolineato Luigi Macchi, direttore generale della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano. «Questo ci permette di potenziare quella che è la vera missione del nostro ospedale: assistere le persone fragili e che hanno bisogno di aiuto. Attraverso il progetto homeless abbiamo voluto contribuire a dare un luogo più accogliente e decoroso dove passare la notte ai senza dimora e risolvere un problema comune a tutti i grandi ospedali».

Macchi ha poi ricordato di aver contattato Progetto Arca meno di un mese fa «abbiamo trovato un interesse che si è subito concretizzato». Macchi ha voluto segnalare la disponibilità della curia e di don Giuseppe Scalvini che hanno messo a disposizione la chiesa, da un anno non utilizzata per il culto.

Alla conferenza stampa di presentazione, accanto al direttore generale Macchi erano presenti anche il vicepresidente e assessore regionale Fabrizio Sala, la presidente dell’associazione per il Policlinico Claudia Buccellati e Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca. «La Regione Lombardia è vicina a questo tipo di progetti» ha detto l’assessore sottolineando il valore di un progetto che non si ferma al solo dare alloggio ma punta al recupero sociale che «è un investimento sulla persona». Sala, assessore alla Casa e all’Housing sociale ha ricordato che come Regione «non siamo d’accordo con le deroghe sugli alloggi, ma siamo favorevoli quando si hanno progetti e numeri precisi».

Alberto Sinigallia nel suo intervento ha ricordato che «l’accoglienza non è che il primo anello. Arca porta avanti una serie di interventi che partono dalle unità mobili e che hanno tutti il fine di integrare le persone nel tessuto sociale, quando accade è un successo etico, morale ed economico». Il presidente Sinigallia sottolinea come questo progetto che si aggiunge ai 325 posti letto offerti ogni giorno nei centri di via Mambretti e via Sammartini (2.700 in totale quelli previsti dal Piano freddo 2015/2016 su Milano) «va incontro alle persone, a quelle che stazionano all’interno del Policlinico e che non se ne vogliono allontanare. Così riusciamo ad agganciarle e tentare di inserirle in un percorso di integrazione sociale».

Il Progetto Homeless era nato «per allontanare i senzatetto dai padiglioni, dai ricoverati, ma allo stesso tempo dare loro un tetto», ha spiegato Claudia Buccellati presidente dell’associazione Per il Policlinico. «C’è stato un grande concorso di volontà dei singoli e delle associazioni. Un’iniziativa che potrebbe essere la soluzione per tutti gli ospedali».

La chiesa di via Pace per Alberto Sinigallia diventerà un hub, per far entrare in contatto gli homeless con gli altri servizi di Progetto Arca. La chiesa-ricovero, infatti, aprirà tutti i giorni del periodo del Piano freddo alle 17 e l’uscita è prevista per le ore 8. Gli ospiti potranno cenare e fare colazione, saranno distribuiti kit per l’igiene personale e forniti indumenti e biancheria. Sul posto saranno presenti gli operatori di Arca per assicurare assistenza, accompagnamento e orientamento ai servizi della Fondazione e del territorio.

Gli homeless del Policlinico sono una ventina quasi tutti italiani, «sono lo zoccolo duro», spiega Buccellati «dall’anno scorso si sono aggiunte due o tre donne». I posti letto nella chiesa di via Pace potranno salire a 25, ma «l’obiettivo finale è arrivare a zero» aggiunge Sinigallia perché l’idea è quella di reintegrare tutti alla società. «Con il piano freddo dello scorso anno siamo riusciti a integrare cento persone a livello lavorativo. Noi cerchiamo casa e lavoro, ma c’è tutta una rete che lavora per questa integrazione: dal Comune alle associazioni: è un processo di resilienza».