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Alcol: chi non beve a inizio anno, beve meno tutto l’anno

Oltre 2 milioni di persone hanno aderito in Gran Bretagna alla campagna Dry January, un mese senza toccare alcol dopo gli stravizi delle feste. Risultati: salute migliorata, malattie evitate ma soprattutto una riduzione del consumo di alcolici che dura per i restanti dodici mesi. Ecco i dettagli

di Gabriella Meroni

Più di 2 milioni di inglesi hanno aderito lo scorso anno alla campagna Dry January, inziativa promossa dall'associazione Alcohol Concerner che punta a convincere le persone a non bere per tutto il mese di gennaio. L'operazione riparte anche quest'anno e vuole raccogliere ancora più adesioni, forte dei vantaggi riportati da tutti quelli che l'hanno sperimentata di persona: perdita di peso in eccesso, sonno migliore, maggiore energia, pelle più bella e anche – aspetto da non sottovalutare – portafogli più pieno. La campagna ha come obiettivi anche di informare sui rischi dell'abuso di alcol e di raccogliere fondi per finanziare progetti di educazione al bere responsabile, particolarmente urgenti nel Regno Unito, dove si stima che oltre 9,5 milioni di persone bevano alcolici in quantità eccessiva e che 93.500 bambini con meno di un anno vivano con un genitori che ha problemi di alcolismo.
"L'alcol contiene quasi la stessa quantità di calorie dello zucchero puro – si legge sul sito di Dry January – quindi l'astensione per un mese da birra e superalcolici può aiutare anche chi ha problemi di peso, a patto che non si compensi mangiando ancora di più. Già due settimane di astinenza possono restituire al fegato una buona condizione riducendo anche il rischio di malattie epatiche alcol-correlate".
Ma i vantaggi non si fermano all'inizio dell'anno. Una nuova ricerca universitaria ha dimostrato che chi riesce ad arrivare alla fine di gennaio alcol-free beve meno anche per gli altri dodici mesi. I ricercatori dell'Università del Sussex hanno esaminato il comportamento dei partecipanti alla campagna sei mesi dopo, scoprendo che non solo bevevano meno frequentemente di prima, ma si ubriacavano anche meno. Addirittura, il 4% dei partecipanti era diventato astemio, mentre il 23% erano passate dalla categoria "forti bevitori" a quella di "consumatori a basso rischio".


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