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Beni sequestrati alle mafie: da oggi li gestirà anche Legacoop

Firmato con il Tirbunale di Roma un Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati, già siglato da sindacati e associazioni come Libera. La Lega porta con sè «l'esperienza maturata da centinaia di cooperative che storicamente operano sui beni confiscati in tutta Italia»

di Gabriella Meroni

Beni confiscati, per il Tribunale penale di Roma la strada per farli ripartire passa attraverso la collaborazione. Per rispondere a questa sollecitazione Legacoop ha sottoscritto – come informa una nota – il “Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati”. Lo avevano già firmato, tra gli altri, i sindacati CGIL CISL e UIL, l’associazione Libera contro le mafie, Cna, Coldiretti e, ovviamente, la Procura della Repubblica di Roma, la Corte d’Appello.

Legacoop proporrà anche nuovi contenuti, forte dell’esperienza maturata da centinaia di cooperative che storicamente operano sui beni confiscati in tutta Italia e della scelta, assunta durante l’ultima Direzione, di aderire a Cooperare con Libera Terra. ”Legacoop si propone così – ha spiegato il presidente di Legacoop Mauro Lusetti (nella foto) – come garante della legalità, un ruolo che possiamo … giocare per la forza dei nostri valori e la determinazione con cui abbiamo contrastato gli episodi di corruzione quando questi si sono manifestati al nostro interno”. “Siamo pronti – ha proseguito Lusetti – ad aiutare a far ripartire nella legalità le imprese confiscate alle mafie e a diventare incubatore di nuove start-up cooperative aventi competenze manageriali specifiche per il riutilizzo dei beni, oltre che di workers buyout. Con questo strumento potremo dare un futuro anche ai soci di quelle cooperative i cui amministratori hanno violato la legge e tutti i nostri valori, un’opportunità che finora non potevamo utilizzare e che ora si apre anche per noi”.

L’associazione, infatti, ha da sempre aiutato gli ex dipendenti di aziende in crisi o vittime di cattiva gestione a rilevarle. E ha sostenuto i lavoratori nel processo di trasformazione in cooperativa delle imprese. Ora, grazie al Protocollo, Legacoop avrà uno strumento in più per combattere le false cooperative, salvaguardando altri posti di lavoro. L’associazione, inoltre, impegna le imprese cooperative aderenti a supportare il consolidamento e lo sviluppo imprenditoriale delle cooperative sequestrate o confiscate, mettendo a disposizione know how e tutoraggio.


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