Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

La comunità islamica denuncia gli abusi di Colonia

Mentre salgono a 200 le denunce di violenze e abusi contro donne e ragazze, durante la notte di Capodanno a Colonia e in altre città, la comunità islamica della città insieme ad altri esponenti della società civile tedesca risponde denunciando la violenza e il rischio di strumentalizzazione politica contro le politiche di accoglienza migranti

di Ottavia Spaggiari

“La violenza sessuale non può essere ridotta a danno collaterale di scippi e altri crimini.” A parlare è Mona Küppers presidente di Deutscher Frauenrat, l’organizzazione, membro dello European Women’s Lobby, che riunisce oltre 50 associazioni di donne in Germania. Sono salite a 200 le denunce di attacchi per lo più a donne e ragazze nella notte di Capodanno a Colonia, nei pressi della stazione dei treni. Nella stessa notte un numero insolito di molestie è stato registrato anche ad Amburgo, Helsinki, Zuriho, Salisburgo e a Kalmar, in Svezia.

Secondo un rapporto della polizia, pubblicato da Der Spiegel, alla stazione di Colonia sono stati registrati furti, attacchi fisici, abusi sessuali e "donne sia sole che accompagnate, sono state costrette ad un confronto difficile da descrivere con parole, con masse di uomini pesantemente ubriachi”. Dal rapporto emerge inoltre che le forze di sicurezza sono state incapaci di contrastare tutti gli incidenti, essendo avvenuti tutti “nello stesso momento”.

Ad acuire le tensioni, il fatto che le vittime avessero descritto gli aggressori come nordafricani e mediorientali e che tra le 31 persone identificate fino ad ora 18 siano richiedenti asilo. “Ci chiediamo chi fossero i destinatari di questo attacco. La nostra democrazia che attribuisce parità di diritti e obblighi agli uomini e alle donne, oppure la nostra polizia che si è ritrovata inerme davanti a questi attacchi organizzati? O si tratta invece di un tentativo di intimidire le donne, perché lascino la notte agli uomini? E se invece fosse un attacco alle attuali politiche tedesche per i rifugiati? “ Continua Küppers. E se in una dichiarazione ufficiale, Angela Merkel, ha definito le violenze di San Silvestro, “atti ripugnanti e criminali, assolutamente inaccettabili per la Germania”, arrivando a contemplare anche la possibilità di espulsioni rapide dal Paese, vista la necessità di dare segnali inequivocabili a chi non ha intenzione di adeguarsi alle leggi tedesche, insieme alle condanne, è emerso in fretta il rischio di strumentalizzazione politica delle violenze di capodanno.

Mentre alcuni politici tedeschi hanno suggerito che queste violenze sono legate alla religione degli aggressori, in una manifestazione davanti alla stazione di Colonia, Thorsten Craemer del partito di estrema destra tedesco, ProNRW ha etichettato gli abusi come “Il risultato delle politiche migratorie irresponsabili di Angela Merkel,” accuse che sono echeggiate oltre i confini tedeschi, rischiando di alimentare un clima di caccia alle streghe e intolleranza crescente.

Da Bratislava il premier slovacco Fico ha annunciato l’intenzione di negare l’accoglienza ai rifugiati musulmani, mentre pare che la Polonia abbia tutta l’intenzione di utilizzare i fatti a supporto di politiche anti-migrazione.

Ferma la reazione della comunità islamica della città che ha denunciato la gravità degli abusi di massa. “Quello che è successo è molto triste”, ha dichiarato ad Associated Press Ozap, una cittadina musulmana residente ad Ehrenfeld un quartiere di Colonia, abitato da molti musulmani. “Dicono dappertutto che queste violenze abbiano a che fare coi musulmani, ma ciò che ho letto e imparato nel Corano è molto diverso da quello che abbiamo visto la notte di capodanno.”

A denunciare la gravità degli eventi di Capodanno, sottolineando anche il pericolo di strumentalizzazione, diversi esponenti della società civile, oltre alle organizzazioni “di genere” tedesche e alla comunità islamica, anche diversi rappresentati delle organizzazioni studentesche, come Antonia Rabente, 26 anni che ha partecipato alla contro-manifestazione per dimostrare il proprio dissenso nei confronti del ProNRW: “Da una parte vi è la consapevolezza di ciò che è accaduto e la persone sono preoccupate per questo.” Ha dichiarato Rabente a ABC News. “Credo però sia fondamentale mantenere l’attenzione sulle donne che sono state vittime di questi fatti. Non devono essere sfruttate per un attacco al diritto d’asilo.”

Photo by Sean Gallup/Getty Images


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA