Cooperazione & Relazioni internazionali

Così si muore di fame a Madaya

23 persone uccise dalla mancanza di cibo dallo scorso luglio a Madaya, città a 50 km nord-ovest da Damasco, assediata dai fedeli del regime siriano. In sei mesi un solo camion carico di kit umanitari è riuscito ad entrare in città. La denuncia di Msf

di Anna Spena

Sono morte di fame ieri a Madaya, città montana della Siria, altre cinque persone. Tra loro c’era anche un bambino di nove anni. A renderlo noto oggi è l’associazione Medecins Sans Frontieres che denuncia anche la presenza di 10 pazienti gravi che hanno bisogno di ospedalizzazione urgente per malnutrizione acuta. 200 pazienti affamati potrebbero diventare critici e aver bisogno di ospedalizzazione entro questa settimana se gli aiuti non arriveranno in tempo.

La città si trova a 1.400 metri d’altezza e a 50 km nord-ovest da Damasco, le temperature sotto zero aggravano le già critiche condizioni degli abitanti che non possono neanche andare alla ricerca di combustibile da bruciare perché rischiano di saltare in aria sulle mine. Il comune di Madaya è assediato dallo scorso luglio dalle forze di Assad che hanno reso di fatto la città impenetrabile. «È un chiaro esempio di cosa significa utilizzare l’assedio come strategia militare», dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf. «Ora che l’assedio è così serrato, i medici che supportiamo non hanno più farmaci nelle dispense, mentre i pazienti malati e affamati aumentano. I medici si sono ridotti ad alimentare i bambini malnutriti con sciroppi medicinali, perché sono l’unica fonte di zucchero ed energia disponibile, e così le poche scorte dei farmaci rimasti diminuiscono ancora di più».

Dei 23 pazienti deceduti dallo scorso luglio a causa della malnutrizione, 6 avevano meno di un anno, 5 più di 60 anni e gli altri 12 erano tra i 5 e i 60. I circa 20mila abitanti di Madaya per mesi hanno avuto pochissimo cibo a disposizione. Un solo carico di aiuti umanitari è arrivato su queste montagne dallo scorso ottobre. La Croce Rossa ha confermato che è già partito un camion da Damasco per raggiungere Madaya. Il governo siriano avrebbe dato il libero accesso al camion dopo aver visto una serie di immagini e video con bambini che hanno fatto il giro del mondo

«Una distribuzione una-tantum non mitigherà i problemi nei mesi a venire», si legge sul sito dell’associazione. «Senza una distribuzione di aiuti umanitari sistematica ed organizzata le morti non diminuiranno», denuncia Msf mentre continua a ribadire la necessità «di evacuare urgentemente dei pazienti malati verso un posto sicuro dove essere curati e l’accesso immediato e senza impedimenti delle forniture mediche salva-vita per la popolazione civile a Madaya come unico modo per uscire da una situazione ormai catastrofica».


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