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Pozzallo, Terre des hommes rimane nel Cpsa lasciato di recente da Msf

Il 14 gennaio 2016 l'ong riavvia, nel Centro di primo soccorso e accoglienza e in altre strutture siciliane dedicate ai richiedenti asilo, il proprio progetto di assistenza psicosociale Faro, che aveva concluso la fase precedente a fine 2015. "Comprendiamo e condividiamo la decisione di Medici senza frontiere, ma rimaniamo perché senza di noi i soggetti molto vulnerabili che assistiamo perderebbero qualsiasi punto di riferimento"; spiega la responsabile Federica Giannotta

di Redazione

Il 14 gennaio prossimo riparte il progetto FARO che vedrà impegnata Terre des Hommes in diverse strutture di prima accoglienza dei minori migranti, tra cui il Cpsa, Centro di primo soccorso e accoglienza di di Pozzallo (RG), con l’obiettivo di fornire loro assistenza psicologica e psicosociale. La ripresa avviene dopo una serie di riflessioni sull’opportunità o meno di operare in una struttura che evidenzia gravi carenze nel sistema di prima accoglienza dei migranti.

“La nostra è stata una decisione molto sofferta”, dichiara Federica Giannotta, responsabile del progetto Faro per i bambini migranti in Sicilia. “Comprendiamo infatti molto bene le ragioni che hanno portato Medici Senza Frontiere a cessare le loro operazioni nel centro. Le condividiamo appieno, avendo anche noi denunciato ripetutamente l’inadeguatezza delle condizioni igieniche del centro, la sommarietà delle procedure di identificazione, la promiscuità, l’assenza di un’attenzione reale alla persona, esclusivamente posta al centro di meri interessi di sicurezza, la mancanza di un'adeguata informativa legale. Abbiamo scelto però di anteporre a queste considerazioni, fintanto almeno che ci sarà possibile denunciarne all’esterno le conseguenze, l’interesse e il bisogno di aiuto di centinaia di minori che transitano da questo centro, trattandosi di soggetti altamente vulnerabili che, senza la nostra presenza, si troverebbero privi di un punto di riferimento fermo e utile, oltre che indipendente. E’ infatti in un contesto così delicato che riteniamo importante poter offrire un supporto psicologico, un orientamento, un ascolto qualificato che aiuti i minori migranti a non perdere speranza, controllo e forza”, conclude Giannotta.

Terre des Hommes ha cominciato ad operare a Pozzallo a giugno 2015 con un’equipe composta da una psicologa, un sociologo e una mediatrice culturale che svolgono un programma di assistenza psicologica e psicosociale ai minori stranieri e alle famiglie con minori. In tutto, nel 2015, sono stati quasi 700 i beneficiari delle attività psicosociali all’interno del CPSA, mentre 300 minori e famiglie con minori hanno beneficiato delle stesse attività presso il centro Mediterranean Hope di Scicli (RG). La psicologa ha seguito 96 persone, di cui 49 minori stranieri non accompagnati.

Un’altra equipe simile opera nella provincia di Siracusa in alcuni Centri di primo Soccorso e Accoglienza per minori stranieri non accompagnati (MNSA). Nel 2015 quasi 1.000 persone (in maggioranza minori) hanno beneficiato delle attività psicosociali e 135 sono state seguite dalla psicologa. A Milano, presso l’hub migranti della Stazione Centrale, opera un mediatore culturare tigrino di Terre des Hommes; inoltre vengono forniti dall’organizzazione dei kit con generi di prima necessità per bambini e mamme migranti. Questi interventi si inseriscono nel progetto Faro, avviato nel 2011.

Le attività di Terre des Hommes a protezione dei minori stranieri non accompagnati in Italia sono finanziate interamente con fondi privati. Tra i maggiori donatori troviamo la Federazione Internazionale Terre des Hommes, Fondation d’Harcourt, Fondazione Prosolidar, la Fondazione Zanetti e la catena d’abbigliamento C&A. Le metodologie elaborate da Terre des Hommes negli ultimi cinque anni, durante la sua permanenza a Lampedusa e poi a Siracusa, sono state raccolte in una Guida Psicosociale per Operatori impegnati nell’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati liberamente scaricabile online e messa a disposizione di tutti coloro che necessitino di linee guida consolidate.

Il progetto Faro rientra nella Campagna “Destination Unknown” della Federazione Internazionale Terre des Hommes per la protezione dei bambini migranti (children on the move) nel mondo in fuga da guerre, povertà e violenze, che secondo i dati più recenti sono quasi 35 milioni (fonte UN).


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