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Cooperazione & Relazioni internazionali

Da Benetton all’Onu, Mariarosa Cutillo all’Unfpa

La presidente e Ceo di Benetton Unhate Foundation dal 25 gennaio sarà a New York come Chief of Strategic Partnership del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. Una vita nel segno dei diritti umani e della Csr

di Antonietta Nembri

Partnership. È questa la parola guida di Mariarosa Cutillo ancora per pochi giorni Csr manager di Benetton Group, presidente e Ceo di Benetton Unhate Foundation che tra poco più di dieci giorni diventerà Chief of Strategic Partnership dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (United Nation Population Fund). Dal 25 gennaio, infatti, lei un’italiana di 45 anni, siederà in un ufficio tutto nuovo a New York a capo di una nuova divisione del Fondo che opera in ben 150 Paesi con 129 uffici nazionali.

Un lavoro nuovo che sembra cucito su misura per una persona come Mariarosa Cutillo che dopo la laurea in Diritto internazionale progredito alla Cattolica di Milano si è specializzata in diritti umani e gestione aziendale con un’attenzione particolare alla sostenibilità sociale e ambientale e che nel suo curriculum vanta un’esperienza decennale nella ong ManiTese, la direzione dell’associazione Valore sociale per l’impresa responsabile fino ad approdare al gruppo di Ponzano.

Pochi mesi fa un italiano è stato nominato Alto Commissario dell’Unhcr, ora lei andrà a dirigere un nuovo ufficio in un’altra agenzia dell’Onu. È il momento degli italiani alle Nazioni Unite?
Sono incarichi molto diversi, io sono per così dire un tecnico operativo. Non credo che la scelta sia fatta in base alla nazionalità è tuttavia interessante che ci siano più italiani e più donne nelle scelte fatte dall’Onu. E per l’Italia è importante il riconoscimento della qualità tecnica nel settore della Csr

Che cosa si aspetta di trovare a New York?
Un lavoro nuovo da costruire. L’Unfpa ha deciso di istituire questo nuovo ufficio per dar corso a una tendenza ormai ineludibile: sviluppare partnership per dare impulso a quanto deciso con i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development GoalsSDGs, lanciati dall’Onu a settembre 2015 e che hanno come obiettivo il 2030 – ndr.). Varie agenzie dell’Onu hanno deciso di ampliare le proprie partnership e credo che la mia esperienza in una realtà come Benetton, in un’azienda del settore privato sia prezioso perché credo che le Nazioni Unite abbiano bisogno di persone che parlino il linguaggio del settore privato.

Il suo percorso personale è in un certo senso a 360 gradi…
Mi sono occupata di diritti umani e l’ho fatto anche in Unhate Foundation di Benetton e tutto questo potrà essere canalizzato nel costruire un ufficio che dovrà sviluppare alleanze con diversi stakeholder: istituzioni, realtà profit e non profit.

L’aver lavorato nel non profit e nel profit e in particolare nel campo della Csr è quindi un vantaggio?
Un’esperienza professionale variegata come quella che ho potuto acquisire mi ha offerto un’enorme opportunità: imparare diversi linguaggi, metterli insieme, riuscire a creare alleanze e progetti comuni. È importante avere delle reti, dei circoli virtuosi così da realizzare dei progetti di vera Csr e non solo di filantropia».

Come va letto il fatto che agenzie come l’Unfpa creino uffici ad hoc per sviluppare partnership con il mondo profit a sostegno dei propri progetti?
Che ci si è resi conto dell’importanza di avere a bordo anche il mondo delle aziende che sono sempre più consapevoli e preparate su temi come diritti umani, sviluppo e ambiente e credo che le diverse agenzie adesso che ci sono gli SDGs da portare avanti siano più pronte a questo passo rispetto ai Millenium Goals. Da parte mia penso che si dovrà portare a bordo anche il mondo delle Fondazioni sviluppare la comunicazione e costruire diverse partnership

Lei arriva da Benetton che in fatto di saper comunicare ha una fama per così dire acclarata, una capacità che avete utilizzato anche per alcune campagne sociali…
Lo scorso anno l’Unhcr ha fatto una campagna con noi su un tema per così dire difficile, quello degli apolidi (la campagna I belong) su cui occorreva fare sensibilizzazione. Quello che è importante sottolineare è modalità con cui si è creata la partnership: da parte dell’Unhcr si è puntato non solo a ricevere dei fondi da un’azienda, ma alla sua competenza per un progetto che richiedeva la diffusione di un messaggio che invitasse ad agire a favore degli apolidi. È una linea sulla quale proseguire ed è per questo che reputo importante avere una rete di tanti stakeholder differenti.

La mission dell’Unfpa è in sintesi: contribuire a creare un mondo dove ogni gravidanza sia desiderata, ogni nascita protetta e dove ogni giovane possa sviluppare il proprio potenziale, donne e giovani sono tematiche che ha già affrontato nel corso della sua carriera?
Sono i motori della popolazione. In questo ambito con Benetton abbiamo lanciato diverse campagne con la Fondazione Unhate nel 2014 abbiamo lanciato una campagna in collaborazione con Un Women (organizzazione Onu per la parità di genere) una campagna contro la violenza e a favore dei diritti delle donne. L’empowerment femminile è uno degli obiettivi. Credo che ci sia molto da fare, occorre mettere a sistema gli sforzi fatti fino a ora e puntare a un maggior coordinamento

Tra pochi giorni si trasferirà a New York le mancherà l’Italia?
Mi mancherà Milano, sono friulana d’origine, ma sono a Milano da quando avevo 16 anni, questa città mi ha offerto grandi opportunità. Ma soprattutto per i primi sei mesi mi mancheranno i miei due figli, hanno 15 e 17 anni, mi raggiungeranno alla fine dell’anno scolastico.

In apertura immagine di Paula Bronstein/Getty Images – Nella foto donne e bambini aiutati da un progestto sostenuto dall'Unfpa in Afghanistan


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