Cooperazione & Relazioni internazionali

Rifugiati, Avramopoulos (Ue): “Presto un cambio radicale del Regolamento di Dublino”

Slancio del Commissario dell'Unione europea ad Affari interni e migrazioni nel prevedere entro fine anno una revisione generale delle regole per l'asilo politico in Europa. "Il 2015 è andato male, bisogna aumentare gli sforzi". L'esperto Fulvio Vassallo: "Che sia la volta buona, la svolta si attende da anni e le attuali pratiche di ricollocazione non funzionano"

di Redazione

Il tono è di quelli seri, la promessa è di quelle che deve essere mantenuta altrimenti la già scarsa credibilità attuale delle politiche Ue sugli ingressi migratori – messa a dura prova dagli ultimi anni di flussi ininterrotti da Africa e Medio Oriente – e sulla capacità di garantire diritto all'asilo politico per chi fugge da guerre, minacce e ogni altra forma di persecuzione: "prevedo entro il 2016 una radicale revisione del Regolamento di Dublino e, in generale, delle modalità di asilo messe in atto in Europa". Le parole sono di Dimitri Avramopoulos, Commisario Ue ad Affari interni e Migrazioni, dette oggi giovedì 14 gennaio con gli europarlamentari in ascolto.

Questo cambiamento, auspicato da gran parte della società civile e dagli stessi operatori "sarà contenuto in un pacchetto di norme su immigrazione e integrazione che verranno sancite nei prossimi mesi". In prima fila contro l'attuale Regolamento Dublino III è l'Italia – funzionari governativi, prefetti, avvocati e operatori delle ong sono concordi in tal senso – perché la prassi attuale della richiesta d'asilo nel paese dove viene effettuata l'identificazione porta problemi grossi, data l'opposizione degli stessi migranti che spesso non vogliono rimanere nel nostro Paese ma recarsi altrove.

"Sono anni che in varie sedi viene chiesta una revisione di Dublino, finora niente di concreto, speriamo questa sia la volta buona", sottolinea Fulvio Vassallo, avvocato e docente universitario di Diritto d'asilo. "In particolare, il sistema di relocation, ricollocamento, dei richiedenti asilo presenta forti limiti (poche centinaia, tra l'altro, gli invii effettuati nei vari Stati mebri a fronte di 160mila previste sulla carta, ndr) e oggi è fatto in modo 'causale': se viene mandata in Polonia o Repubblica Ceca, comunque dove il livello di welfare è basso e la xenofobia in aumento, una persona non è così disposta ad accettare passivamente", riprende Vassallo. "Sarebbe auspicabile un sistema dove l'asilo viene garantito poi la persona fosse libera di scegliere lo Stato dove andare, alla fine parliamo di numeri limitati rispetto al totale della popolazione europea, ancor più limitati per l'Italia perchè si stima ne rimarrebbero non più di 20-30 mila"

Avramopoulos, pur riconoscendo "il grande lavoro svolto", ha affondato poi il dito nella piaga ammettendo l'inefficacia delle azioni Ue durante il 2015, in particolare per quanto riguarda la collaborazione tra Stati: "Non sono soddisfatto dell'attuazione del PIano Ue, con risultati al di sotto delle attese e sforzi non sufficienti da parte dei Paesi membri. Serve uno sforzo maggiore". Un cambio urgente di rotta, insomma, per non dovere piangere anche quest'anno centinaia di vittime innocenti, alle porte della Fortezza Europa.


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