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Cooperazione & Relazioni internazionali

Burkina Faso, un attacco al cuore della convivenza pacifica africana

Parla Giorgia Pianella, cooperante di Lvia da quattro anni sul campo nel paese africano che nelle ore degli attentati era nella capitale Ouagadougou. «Qui animisti, cristiani e musulmani vivono in armonia. E questo per i terroristi non è accettabile»

di Lorenzo Maria Alvaro

Ouagadougou – Venerdì scorso la capitale del Burkina Faso, Ouagadougou è stata colpita da un attentato terroristico, simile, per la tipologia d'azione, a quelli di Parigi. Un commando armato ha fatto fuoco su un locale e su un albergo nella zona per occidentali della città. Il bilancio è di 23 morti tr ai quali c'è anche un bimbo italiano. Per capire quale sia il clima nel Paese abbiamo parlato con Giorgia Pianelli, coordiantrice di un progetto contro la malnutrizione della ong Lvia, da 4 anni nel Paese.

L’attacco terroristico è stato un fulmine a ciel sereno o c’erano state delle avvisaglie?
Siamo sotto shock, noi come la città e i burkinabe. Una cosa arrivata all’improvviso anche se ne avevamo il sentore da qualche tempo. Gli attacchi di Bamako ci avevano messo sul chi va là. Il Mali è un paese vicino e fratello.

Quindi avevate un piano di sicurezza attivo?
Abbiamo un piano sicurezza che stavamo mettendo in pratica. Piccole misure di sicurezza…

Può fare degli esempi?
Cerchiamo da qualche tempo di non andare in luoghi frequentati molto da stranieri ed evitare di partecipare a grandi assembramenti di persone.

L’attentato ha influito sul vostro lavoro?
No, non più di tanto. Non è cambiato nulla se non il fatto che siamo ancora più motivati nel nostro lavoro

Perché?
Sappiamo che il terrorismo si infiltra nelle situazione di disagio e nelle sacche di povertà. Il nostro lavoro è proprio evitare che questo succeda.

Quindi la vostra quotidianità non ha subito cambiamenti?
No, abbiamo ripreso stamattina con le riunioni che erano previste. Stiamo lavorando come di consueto. Anche la città ha ripreso le attività. La zona degli attacchi invece è chiusa e pattugliata.

Cosa si può evincere da questo attentato?
Si è capito che c’è la volontà di attaccare luoghi frequentati molto dagli occidentali o che siano simbolo della presenza occidentale nel paese. Anche se secondo noi il motivo dell’attentato è un altro…

Quale?
Il Burkina Faso è un Paese simbolo di convivenza pacifica. Ecco perché è stato attaccato. Qui animisti, cristiani e musulmani vivono in armonia. E questo per i terroristi non è accettabile.


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