Cooperazione & Relazioni internazionali

Cooperazione allo sviluppo, ecco come lavorerà il Consiglio nazionale

Il parlamentino degli esperti suddivisi in 4 gruppi. Ecco i nomi dei coordinatori. La direttrice dell’Agenzia Laura Frigenti: «Il ruolo del mondo profit sempre più centrale»

di Redazione

Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ha ufficializzato le nomine dei quattro gruppi di lavoro del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo di cui è membro anche Vita e che ha tenuto la sua secondo riunione lo scorso 20 gennaio alla Farnesina.

Questo il dettaglio:

  • Gruppo 1 – “Seguiti dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile: coerenza delle politiche, efficacia e valutazione”. Coordinatore: Luca De Fraia (CINI)
  • Gruppo 2 – “Strategie e linee di indirizzo della cooperazione italiana allo sviluppo”. Coordinatore: Giovanni Rocca (Confindustria. ). Vice Coordinatori: Elias Gerovasi (AOI) e Regione Friuli Venezia Giulia (nominativo da definire)
  • Gruppo 3 – “Ruolo del settore privato nella cooperazione allo sviluppo”. Coordinatore: Danilo Salerno (Alleanza Cooperative Italiane).
  • Gruppo 4 – “Migrazioni e Sviluppo”. Coordinatore: Adrien Cleophas Dioma (Associazione Le Reseau). Vice Coordinatori: Giovanni Lattanzi (AOI), Roberto Sisto (CGIL-CISL-UIL)

La Direzione Generale Cooperazione allo sviluppo ha comunicato anche che «I coordinatori dei gruppi 1 e 3 hanno comunicato che i rispettivi vice-coordinatori saranno individuati a partire dalla prossima riunione di tali gruppi».

Come ha osservato il direttore generale della cooperazione italiana Giampaolo Cantini «nelle prossime settimane il Consiglio lavorerà nell’ottica di fornire contributo all’aggiornamento del piano triennale sulla strategia di sviluppo sostenibile in base anche alle indicazioni contenute nella Agenda 2030».

La neodirettrice della Agenzia Laura Frigenti dal canto suo ha sottolineato come «sempre di più le interconnessioni fra privato sociale, istituzioni e privato for profit saranno centrali nel paradigma della nuova cooperazione allo sviluppo così anche come prefigurato dalla legge 125/2014».


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