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Erasmus+, l’Italia in prima fila nel boom del Programma europeo

Attiva dal 2014, l'azione di mobilità studentesca e giovanile - nella nuova versione dedicata anche agli insegnanti - ha portato 650mila persone a passare un periodo della propria vita in una nazione diversa dal proprio. Il nostro Paese, con 58mila invii, è al secondo posto dopo la Turchia. Ecco tutti i dati

di Redazione

Dopo la Turchia, l’Italia è il secondo Paese più attivo sul fronte del Programma Erasmus+, promosso dall’Unione europea a fine 2013 attraverso borse di mobilità per studenti, insegnanti, tirocinanti, volontari e altre tipologie di giovani. Sono partiti quasi 58mila italiani – dei 650mila in tutta Europa – con un impegno finanziario di 92,8 milioni di euro. Il settore universitario ha beneficiato di oltre 53 milioni di euro, impiegati per sostenere le mobilità di oltre 34 mila studenti, professori e staff, a seguire la formazione professionale (25 milioni), la mobilità per i giovani (quasi 10 milioni), la formazione per il personale della scuola (3.6 milioni) e per il personale impegnato nell’educazione degli adulti.

"Gli importanti risultati raggiunti dall'Italia fanno emergere un dato importante: la grande vitalità e voglia di mettersi in gioco delle nuove generazioni. Un numero sempre crescente di giovani è infatti consapevole di quanto le esperienze di mobilità e di educazione non formale ed informale siano fondamentali per rendersi sempre più spendibili nel mercato del lavoro”, ha sottolineato Giacomo D’Arrigo, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i giovani. “Accanto a questo emerge un altro dato importante: la partecipazione e l'inclusione sociale di giovani con minori opportunità, target da sempre di riferimento dell'Agenzia che diviene, oggi più che mai, prioritario, come lo testimoniano i numeri dichiarati oggi dalla Commissione Europea". Le prime 5 università italiane per studenti in uscita sono: l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, l’Università degli Studi di Padova, la Sapienza Università di Roma, l’Università degli Studi di Torino e la Statale di Milano. Le destinazioni più scelte dagli studenti italiani sono Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo.

Gli atenei italiani che accolgono più studenti dall’estero sono l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, la Sapienza Università di Roma, l’Università degli Studi di Firenze, il Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Padova. Gli universitari arrivano soprattutto da Spagna, Francia, Germania, Turchia e Polonia. Sul fronte della cooperazione in progetti, ovvero quelle attività di collaborazione in partnership internazionali fra scuole, università, organizzazioni di giovani, enti pubblici e imprese, l’Italia ha realizzato 118 progetti con il coinvolgimento di 791 organizzazioni. Nel complesso, il budget destinato a questo tipo di attività è stato di oltre 30 milioni di euro. Gran parte dei progetti riguardano l’ambito scuola: sono 350 gli istituti coinvolti in Italia, con 62 scuole coordinatrici di progetto ed un finanziamento che sfiora i 12 milioni di euro. A seguire i progetti dei settori formazione, istruzione superiore, educazione degli adulti e gioventù. Un ulteriore importo di 13 milioni di euro è stato impegnato per il 2016 per finanziare progetti intesi ad affrontare questioni quali l’inclusione sociale delle minoranze, dei migranti e di altri gruppi sociali svantaggiati.

l programma Erasmus+ rafforzato sta inoltre garantendo un maggiore sostegno ai beneficiari, come testimonia il miglioramento del riconoscimento degli studi svolti all’estero dopo il ritorno nel paese di origine. Si sta inoltre migliorando l’integrazione della mobilità degli insegnanti e del personale in strategie di sviluppo professionale sostenute dai rispettivi istituti. Anche il Commissario europeo per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, Tibor Navraciscs, ha lodato l’iniziativa: “Nel corso del primo anno Erasmus+ si è rivelato un autentico successo. Il considerevole numero di partecipanti è la dimostrazione che il programma sta davvero contribuendo a migliorare le prospettive occupazionali dei giovani, aiutandoli ad acquisire nuove competenze ed esperienze e sostenendo l’ammodernamento dei sistemi dell’istruzione, della formazione e della gioventù in Europa. Continueremo a sfruttare questa popolarità per raggiungere sempre più persone, diverse tra loro per interessi, profilo e contesto sociale”. Il nuovo programma Erasmus+ pone maggiormente l’enfasi sulla promozione dell’inclusione sociale, della cittadinanza attiva e della tolleranza. A tal fine è stato reso disponibile il sostegno finanziario più ampio mai erogato per partecipanti che dispongono di minori mezzi finanziari o hanno esigenze speciali.


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