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Francia, le associazioni contro la “politica del termometro”

La federazione che Oltralpe riunisce le organizzazioni che si occupano di accoglienza e reinserimento sociale dei senza dimora denuncia la politica emergenziale chiedendo una programmazione fondata su una diagnosi dei bisogni di alloggio sociale

di Antonietta Nembri

In Francia la chiamano “politica del termometro” (politique du thermomètre) è per dirla all’italiana è la politica dell’emergenza legata alle condizioni metereologiche, quella per cui d’inverno si interviene pesantemente per trovare un rifugio ai senza dimora, ma senza una programmazione che eviti la precarietà. E a denunciare la situazione sono le organizzazioni riunite nella Fnars la Federazione nazionale delle associazioni di accoglienza e reinserimento sociale al termine dell’ultima riunione dedicata all’accesso a una casa per i senza dimora.

Oltralpe, secondo la Fondazione Abbé Pierre (che oggi, 28 gennaio, presenta il suo 21° rapporto annuale) sono 3,8 milioni le persone che vivono in alloggi insalubri. Tra queste i senza dimora sono 140mila mentre sono 120mila i nuclei familiari che ogni anno rischiano lo sfratto per morosità. Oltretutto l’attuale congiuntura è particolarmente difficile: il tasso di povertà è in rialzo al 14,2% e 1,8 milioni di persone hanno fatto richiesta di un alloggio sociale.

Secondo la Fnars lo Stato francese ha preso delle misure “positive” sia sul fronte dell’alloggiamento in hotel, sia su quello dell’accoglienza dei migranti e sul potenziamento delle capacità dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo. Inoltre, secondo la federazione «i crediti per l’alloggio accompagnato sono stati quest’anno preservati e meglio spesi, mentre in precedenza erano regolarmente girati all’accoglienza d’urgenza». Ma la federazione non tralascia alcuni aspetti che vanno in senso contrario come: «la logica emergenziale per cui si creano dei posti di ricovero precari e che non prevedono un accompagnamento globale né una prospettiva di uscita verso una situazione abitativa più stabile», inoltre si sottolinea come: «40mila persone sono tutt’ora accolte negli alberghi e la gestione dell’accoglienza in base alle temperature permane».

Per quanto riguarda la realizzazione di alloggi sociali questa «resta stagnante nonostante l’impegno a 150mila operazioni l’anno con una difficoltà persistente a produrre un’offerta realmente accessibile alle persone in maggior precarietà».

La Fnars propone quattro grandi impegni per migliorare la situazione: garantire l’accesso a una casa, dignitosa, stabile, e adatta a tutte le persone senza dimora o in accoglienza temporanea. Adottare una legge di programmazione pluriennale di accoglienza e alloggi molto sociali fondata su una diagnosi territoriale dei bisogni. Accesso e permanenza nell’alloggio grazie a una politica dinamica di prevenzione e di prezzi che rendano solvibili anche in nuclei più modesti. Istituire un diritto all’accompagnamento sociale.

La Fnar, tra gli attori riconosciuti sul tema, conta su numerosi aderenti come la Fondazione Abbé Pierre, Emmaüs o ancora l’Esercito della salvezza.


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