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Servizi agli alunni disabili: quel pasticcio in legge di Stabilità

La Legge di Stabilità sembrava aver risolto definitivamente il rimpallo delle competenze, affidandole alle Regioni salvo diversi precedenti accordi locali. Ora però proprio quel comma riapre i giochi là dove la cornice sembrava trovata. A cominciare dalla Lombardia, dove sta per ripartire il rimpallo di responsabilità

di Sara De Carli

Nuovi pasticci sulla competenza sui servizi che realizzano il diritto allo studio degli alunni con disabilità (assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche, psicofisiche o sensoriali). Per colpa di un emendamento alla legge di Stabilità che voleva rispolvere la questione, rischia al contrario di ripartire il rimpallo di responsabilità che ha caratterizzato l’avvio di questo anno scolastico. La legge di Stabilità al comma 947 sembrava aver risolto una volta per tutte la questione, prevedendo che le competenze dal 1 gennaio 2016 passassero alle Regioni, fatte salve le disposizioni legislative regionali che alla predetta data già prevedevano l’attribuzione delle dette funzioni alle province, alle città metropolitane o ai comuni, anche in forma associata e dava, per questo, un contributo di 70 milioni di euro per l’anno 2016.

Questo comma ha in realtà riaperto i giochi, anche dove – come in Regione Lombardia – la questione sembrava definita. Regione Lombardia infatti con le leggi regionali 19/2015 e 32/2015 aveva affidato queste competenze agli Enti di Area vasta (ex Province) e alla Città metropolitana, che doveva fare da coordinamento, affidando ai Piani di Zona i compiti di raccogliere i bisogni degli alunni segnalati alle scuole ed erogare ai Comuni i fondi. Come è possibile? In questi giorni serpeggiano voci preoccupate che riferiscono di come, secondo voci di corridoio, la Città Metropolitana sarebbe pronta, appigliandosi al comma della Legge di Stabilità, a rimbalzare le competenze alla Regione. Abbiamo chiesto lumi a Rosaria Iardino, Consigliere delegato al sostegno alle categorie più deboli e disabilità di Città Metropolitana.

È come si sussurra nei corridoi? Che succede?
Succede che la Legge di Stabilità con quel comma ha messo in discussione tutto. Le competenze sulla disabilità motoria passano alle Regioni.

Ma in Lombardia non abbiamo – come dice la legge di stabilità – disposizioni legislative regionali che prima della legge di Stabilità avevano attribuito dette funzioni ad altri?
Le legge regionale di settembre [la 32/2015, ndr] parla solo di disabilità sensoriale. L’assistenza educativa e il trasporto passano alla Regione e anzi, io come Città Metropolitana – essendo dopo il 1 gennaio 2016 – non potrei proprio decidere più nulla in materia. La disabilità sensoriale resta transitoriamente in capo alla Città Metropolitana.

Quindi torniamo al balletto di responsabilità?
Il nostro obiettivo è quello di portare un modello condiviso con gli assessori che si occupano di disabilità, ho chiesto da più di un mese a Regione Lombardia un tavolo dedicato, dobbiamo farlo il prima possibile per dare risposte certe alle famiglie e ai Comuni in vista del prossimo anno scolastico. Dobbiamo individuare chiaramente di chi sono le competenze e i costi.

Foto Pexels


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