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Dislessia, al via il primo portale per la diagnosi precoce

Al via un progetto nazionale integrato promosso da Ministero della Salute, Ministero dell'Istruzione, Fondazione Telecom Italia in collaborazione con Iss, Aid e Ospedale Bambino Gesù. Tra le novità, una app e un sito con cui i genitori potranno effettuare uno screening ultra-precoce dei disturbi della comunicazione e individuare i bambini a rischio

di Gabriella Meroni

Promuovere in Italia un cambiamento culturale sul tema della dislessia con l'introduzione di strumenti digitali a sostegno dei bambini e dei genitori, per orientarli in modo consapevole. E' questo il tema del progetto presentato oggi a Roma dalla Fondazione Telecom Italia, Ministero della Salute e Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, per la realizzazione di strumenti tecnologici in risposta a specifiche esigenze per la dislessia, accessibili a famiglie, docenti, studenti e pediatri attraverso un portale unico.

In particolare, attraverso il portale e un’apposita App, sviluppata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto di Scienze Applicate & Sistemi Intelligenti del CNR, le famiglie potranno effettuare uno screening ultra-precoce dei disturbi della comunicazione e sarà possibile, attraverso l’acquisizione di dati puntuali, individuare, secondo protocolli standard, i casi di bambini a rischio. Per i bambini in età scolare, ragazzi e adulti sarà possibile, sempre accedendo alla medesima piattaforma, effettuare una valutazione a distanza elaborata dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, un eventuale percorso di recupero on line per le difficoltà di lettura e una sessione finale con verifica dell’apprendimento. Infine, in continuità con gli interventi già effettuati in collaborazione con l'Associazione Italiana Dislessia-AID, saranno realizzate apposite sessioni di e-learning per i docenti e il personale scolastico, basate su un protocollo “standard” elaborato con il MIUR, che vedrà coinvolti il 30% circa degli Istituti scolastici.

La dislessia è un disagio che coinvolge, in Italia, circa 2.000.000 di persone di cui 350.000 studenti, pari al 4,5% della popolazione scolastica, non ancora tutti diagnosticati.


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