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Papa Francesco-Kirill I: i 6 motivi perché l’incontro passerà alla storia

«Siamo tutti al servizio dell’unico e medesimo Vangelo», ha detto Bergoglio. Quel Vangelo, per cui tanti cristiani, «vengono perseguitati e uccisi...Questo è l'ecumenismo del sangue. Dunque, la ricerca dell’unità dei cristiani non può essere appannaggio solo di qualche singolo o comunità religiosa». Il testo integrale della Dichiarazione congiunta

di Giuseppe Frangi

I sei motivi per cui l’incontro di oggi a Cuba tra Kirill, patriarca di Mosca, e papa Francesco è un evento destinato a passare alla storia.

1. Quello tra papa Francesco e il patriarca di Mosca sarà il primo nella storia e segnerà una tappa importante nelle relazioni tra le due Chiese. Lo sisma che divide chiesa cattolica e chiesa ortodossa risale a quasi mille anni fa: 1054. La chiesa ortodossa è una chiesa autocefala (cioè senza un Papa), ma è una comunione di chiese nazionali. Quella russa è nettamente la più importante numericamente. Dal 2009 il suo patriarca è Kirill I. Conta 157 diocesi e oltre 29mila parrocchie. I suoi fedeli si aggirano sui 150 milioni.

2. L’incontro è una tappa fondamentale nel processo di avvicinamento tra le due chiese iniziato con lo storico abbraccio tra Paolo VI e Atenagora , patriarca di Costantinopoli il 5 gennaio 1964. Se la Chiesa russa è la più grande tra quelle ortodosse, il primato d’onore tra ortodossi è del patriarcato di Costantinopoli. Paolo VI aveva concluso quell’incontro con questo proposito: «Nessuna questione di prestigio, di primato, che non sia quello… stabilito da Cristo. Ma assolutamente nulla che tratti di onori, di privilegi. Vediamo quello che Cristo ci chiede e ciascuno prende la sua posizione; ma senza alcuna umana ambizione di prevalere, d’aver gloria, vantaggi. Ma di servire».

3. Francesco ha spiegato qual è la ragione storica che ha portato all’accelerazione di questo incontro: è “l’ecumenismo del sangue”. Infatti tutte le chiese cristiane sono state sottoposte a prove durissime negli ultimi anni, in particolare in Medio Oriente. «Siamo tutti al servizio dell’unico e medesimo Vangelo”, ha detto Francesco. Quel Vangelo, per cui tanti cristiani, «vengono perseguitati e uccisi…Questo è l'ecumenismo del sangue. Dunque, la ricerca dell’unità dei cristiani non può essere appannaggio solo di qualche singolo o comunità religiosa particolarmente sensibile a tale problematica. La reciproca conoscenza delle diverse tradizioni di vita consacrata e un fecondo scambio di esperienze può essere utile per la vitalità di ogni forma di vita religiosa nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali».

4. Francesco a Istanbul a fine 2014 aveva incontrato Bartolomeo, successore di Atenagora, e si era inclinato profondamente davanti a lui: «Vi chiedo di benedire me e la Chiesa di Roma». «Al Patriarca Kirill ho fatto sapere, e anche lui è d’accordo, c’è la volontà di trovarci», aveva spiegato Francesco. «Gli ho detto: io vengo dove tu vuoi, tu mi chiami e io vengo. E anche lui ha la stessa volontà. Ma in questi ultimi tempi, con il problema della guerra, il poveretto ha tanti problemi lì, che il viaggio e l’incontro con il Papa è passato in secondo piano». Il patriarca russo è l’unico grande leader cristiano con cui un Papa non si è mai visto.

5. L’incontro può avere ricadute importanti anche sulla crisi ucraina. Come ha scritto Andrea Riccardi, «Kirill sa bene come un avvicinamento con il papa aiuti a superare i problemi ucraini. Un punto di svolta sono state le parole di Francesco del febbraio 2015 sulla guerra in Ucraina: «Questa è una guerra tra cristiani, voi tutti avete lo stesso battesimo, state lottando tra cristiani, pensate a questo, a questo scandalo, e preghiamo tutti, la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra». I russi ortodossi si sono resi conto che il Papa è uomo di pace e non di parte. La diplomazia di Putin lo sa e tiene in considerazione il Vaticano».

6. Il 2016 passerà alla storia anche per un altro evento eccezionale che riguarda la chiesa ortodossa. Il 16 giugno si aprirà il primo concilio panortodosso a Creta. Per capire la straordinarietà dell’evento bisogna sapere che è a prima assise generale del mondo ortodosso a partire dal 1054, anno del “Grande Scisma” con la chiesa cattolica romana. Saranno circa 400 i delegati a partecipare al Concilio, che si candida a diventare un nuovo punto di partenza per l’ortodossia mondiale, guardato con interesse dal resto del mondo.

Qui il testo integrale della dichiarazione congiunta


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