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“Cari professori”, il mea culpa di Matteo Renzi

«Nei prossimi giorni proverò a coinvolgere di nuovo i professori, sperando che vada meglio dello scorso anno», ha annunciato il premier. Grande attesa - visti anche i casi recenti di maltrattamento di bambini - in particolare per la delega sulla revisione del sostegno e dell'inclusione scolastica e per il sistema educativo 0-6 anni

di Sara De Carli

Matteo Renzi, sulla scuola, ci riprova. Riprova a costruire un feeling con i docenti, dopo una consultazione andata quasi deserta, le polemiche sulla Buona Scuola, le manifestazioni di piazza, il flop della mail inviata a maggio dal premier a ognuno dei 750mila docenti della scuola pubblica: «Questa proposta non è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola non la inventa il Governo: la buona scuola c’è già. Siete voi», la frattura fra docenti e presidi sceriffi. «Sulla scuola – dopo le polemiche della Legge e lo stupore per il fatto che abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi – prevale l’attesa per le nuove deleghe», ha scritto domenica nella sua newsletter. Sulle deleghe, «nei prossimi giorni proverò a coinvolgere di nuovo i professori, sperando che vada meglio dello scorso anno», ha annunciato.

Le deleghe, lo ricordiamo, sono nove. Alcune in effetti molto, molto delicate (comma 180-181 della legge 107/2015):

  1. a) riordino delle disposizioni normative in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione
  2. b) riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale dei docenti e della loro ingresso in ruolo
  3. c) promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, con la ridefinizione del ruolo del docente di sostegno
  4. d) revisione dei percorsi di istruzione professionale
  5. e) istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni, con la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni della scuola dell'infanzia e dei servizi educativi per l'infanzia, la qualificazione universitaria e la formazione continua del personale e standard qualitativi
  6. g) valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici
  7. h) revisione, riordino e adeguamento delle istituzioni scolastiche italiane all'estero
  8. i) valutazione e certificazione delle competenze degli studenti, nonché revisione degli esami di Stato.

«A gennaio del prossimo anno – ha ricordato di recente in un convegno il sottosegretario Davide Faraone – scade il termine per le deleghe. Abbiamo ora il compito di cominciare a scriverle, in modo che si possa poi avviare un confronto con le parti interessate. Confronto che su alcuni temi non sarà per nulla scontato, né semplice. E richiede impegno se vogliamo muoverci in coerenza con tutto quello che abbiamo scritto sinora con la 107. Dovranno essere deleghe che abbatteranno altri tabù, ma si muovono sulla scuola che c'è, quella vissuta nella vita quotidiana, non quella pensata in teoria».

Foto, il premier in una scuola per bambini rifugiati in Libano, di MARWAN TAHTAH/AFP/Getty Images


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