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Save the Children: «Le vittime dell’ultimo naufragio siano un monito per i leader riuniti a Bruxelles»

Dal 1 gennaio al 17 febbraio 2016 sono stati 6.550 i migranti sbarcati sulle coste italiane, tra cui circa 500 donne e oltre 930 minori. 910 di questi ultimi hanno affrontato il viaggio da soli

di Redazione

È di poche ore fa la notizia dell’ennesimo naufragio a ridosso delle coste siciliane, nell'agrigentino. I migranti sopravvissuti hanno detto che sull'imbarcazione c'erano circa 40 persone. La guardia costiera ha già individuato però due cadaveri in mare, ed altri sono ancora dispersi. «È gravissimo», dichiara Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children «che questo avvenga mentre i capi di stato e di governo europei continuano a discutere senza riuscire ad attivare una strategia comune per rispondere alla crisi umanitaria in atto e che, addirittura, in molti paesi europei, l’unica risposta che si ravvisi è quella di alzare muri o di mettere quote di accesso, cancellando, di fatto, un diritto fondamentale ed inalienabile come il diritto di asilo. Non saranno le parole a salvare le vite umane, ma azioni concrete, prima fra tutte la creazione di canali sicuri per consentire ai profughi di raggiungere il continente».

Un migrante su quattro tra coloro che sono sbarcati dall’inizio dell’anno sulle nostre coste è una donna o un bambino. Secondo le stime di Save the Children, dal 1 gennaio al 17 febbraio 2016 sarebbero infatti oltre 6.550 i migranti sbarcati sulle coste italiane, tra cui circa 500 donne e oltre 930 minori. 910 di questi ultimi hanno affrontato il viaggio da soli.



Il team dell’organizzazione si è immediatamente recato ad Agrigento dove sta incontrando i quattro adolescenti che sono sopravvissuti al naufragio.
 I primi due mesi del 2016 saranno ricordati per la morte dei migranti e i rifugiati nel loro disperato viaggio verso una nuova vita in Europa. È ormai quasi un anno che gli Stati Membri hanno concordato un'agenda per la migrazione, ma per ora si sono visti pochi risultati efficaci. Gli impegni sul ricollocamento e re-insediamento non sono stati rispettati.

«Se l’Europa non riuscirà a far fronte alla crisi migratoria con una risposta comune, efficace ed umana, avrà fallito, minando non solo le fondamenta del diritto internazionale dei rifugiati e dei diritti umani, ma anche i principi fondamentali di libertà e prosperità che gli europei hanno costruito per loro stessi. Questo è il monito che deve arrivare oggi a Bruxelles», conclude Raffaela Milano.


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