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Cooperazione & Relazioni internazionali

L’autolesionismo di Salvini sui migranti

Quando l'Austria, di recente, ha posto un tetto alle richieste di asilo quotidiane che intende raccogliere, Salvini ha twittato: “Loro difendono i propri cittadini, Renzi no”. Salvini sostiene dunque le iniziative unilaterali di questi Paesi? Cosa dirà quando i flussi di richiedenti asilo troveranno sbarrata la strada balcanica per il nord Europa?

di Marco Ehlardo

Sono tempi drammatici per i diritti umani in Europa. Paesi che alzano muri, altri che chiudono le frontiere, altri che sequestrano i beni dei richiedenti asilo, altri che mettono tetti giornalieri alle richieste di asilo.

L'Italia, che in passato non ha certo brillato per la gestione dei flussi migratori (checché alcuni dicano il contrario, e se non altro perché il nostro Paese ha meno esperienza essendo il fenomeno relativamente più recente), mantiene un atteggiamento quantomeno pragmatico. Non certo per motivi etici, ma perché è evidente che se i Paesi del nord e dell'est Europa proseguono con queste iniziative unilaterali a pagarne le spese, assieme alla Grecia, sarà proprio l'Italia.

Per questo capisco sempre di meno le posizioni dei vari Salvini & Co. Mi sono detto: certo, quelle posizioni sono molto lontane dalle mie, è naturale che non le condivida. Però era inutile analizzarle ancora una volta dal punto di vista etico e dei diritti universali, perché su quello parlare con loro è come applaudire con una mano sola. Allora ho pensato: avranno almeno un senso per il loro elettorato? Ho provato quindi a mettermi nei panni di un elettore di destra, di quelli con la fobia dell'invasione dei migranti, per vedere se da quel punto di vista i conti tornassero; e, cosa che ha sorpreso anche me, la risposta è stata no.

Primo esempio. Quando l'Austria, di recente, ha posto un tetto alle richieste di asilo quotidiane che intende raccogliere, Salvini ha twittato: “Renzi minaccia Austria e Ungheria perché non vogliono altri immigrati. Loro difendono i propri cittadini, Renzi no”.

Dunque Salvini sostiene le iniziative unilaterali di questi Paesi. E qual è l'effetto prevedibile di tali iniziative? Cosa succederà quando i flussi di richiedenti asilo troveranno sbarrata la strada balcanica per il nord Europa? La gran parte degli esperti ritiene che, stante l'incapacità (e l'impossibilità) della Grecia di gestire numeri così alti, è prevedibile un ritorno degli sbarchi sulle nostre coste adriatiche, come ai tempi dei grandi sbarchi di albanesi.

Dunque questa posizione frena l'arrivo di migranti in Italia come vorrebbe l'elettorato leghista? Decisamente no. E non si riproponga il solito dogma ideologico del blocco degli sbarchi; innanzitutto per motivi etici, ma poi, anche volendo, come si pensa di controllare gli oltre 8.000 chilometri di coste italiane, oltre ai confini terrestri? Quando la Lega era al governo gli sbarchi non si sono certo azzerati, ed era un periodo storico in cui i flussi erano molto inferiori rispetto ad ora. E io, cittadino italiano “migrantifobico”, voglio risultati e non chiacchiere!

Secondo esempio. Salvini appoggia la Brexit, ossia l'uscita della Gran Bretagna dalla UE, in nome del ritorno alla prevalenza delle nazioni, e delle loro legislazioni, sull'Europa.

In nome di questo, la Gran Bretagna è riuscita ad ottenere dalla UE, assieme ad altre cose, di limitare l’accesso ai benefici del welfare britannico per 7 aqnni a tutti i migranti, cittadini UE inclusi. Tra questi 64.000 italiani solo nel 2015; che saranno trattati praticamente da migranti economici, qualifica che in Europa pare essere divenuta un insulto. E se fra loro ci fosse qualche elettore leghista, fossi in lui (come sono in questo esperimento) con Salvini mi incazzerei un bel po'.

Terzo esempio. Nel 2015 la differenza tra il numero di migranti arrivati in Italia (circa 150.000) e la somma di italiani emigrati all'estero (oltre 100.000) e migranti che hanno deciso di tornare nel loro Paese (circa 50.000) è praticamente azzerata. Dei 150.000 arrivi, poi, va calcolato che poco più della metà ottengono un titolo di soggiorno per restare regolarmente in Italia, ergo, alla fine, il saldo è addirittura negativo.

In un periodo (ci auguriamo) di prevista crescita economica, si pone un problema per le imprese (che dovrebbero essere, tra l'altro, il settore di riferimento delle destre), soprattutto per alcune categorie di lavori che, è noto, gli italiani non vogliono più fare. Non è un caso che la Merkel abbia aperto le porte ai richiedenti asilo siriani (tra i più scolarizzati e formati) e che, a farle sponda contro i malumori di una parte del suo stesso partito, sia scesa in campo la Confindustria tedesca. Ricordo che anche in Italia, quando si dovevano decidere le quote di ingressi regolari con i decreti flussi governativi, in prima fila per chiedere numeri maggiori c'erano proprio le organizzazioni datoriali italiane. Cosa ne potranno pensare, dunque, gli imprenditori delle posizioni isolazioniste di Salvini e compagnia? E l'elettore di destra magari anche un po' razzista?

Quasi quasi non è che Salvini, in realtà, è la quinta colonna dei terzomondisti italiani e che a me, svestendo alla fine i panni dell'elettore di destra, tocca rivalutarlo?


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