Welfare & Lavoro

Francesco agli imprenditori: «Al centro del vostro impegno ci sia l’uomo»

La storica udienza in Vaticano, la prima in 106 anni di storia, è stata salutata da Confindustria con un convegno organizzato in collaborazione con Unicredit e Eni dal titolo “Fare insieme, tra etica ed impresa nella società connessa e globalizzata”

di Monica Straniero

«Nonostante le ultime tre generazioni abbiano vissuto in una situazione di sviluppo economico, vi è nel mondo una enorme insicurezza. Il senso di insicurezza deriva dalle crescenti disparità, dovute anche all’eccessiva finanziarizzazione», ha detto l’ex premier ed economista Romano Prodi nel corso del convegno “Fare insieme, tra etica ed impresa nella società connessa e globalizzata”.

“Fare insieme” è lo slogan scelto da Confindustria, che alla vigilia della storica udienza in Vaticano di Papa Francesco, la prima in 106 anni di storia, ha organizzato, in collaborazione con Unicredit e Eni, una giornata di analisi e riflessione su come le imprese possono contribuire a creare una società più giusta e vicina ai bisogni dell’uomo. «Perché per contrastare quella che il Papa ha definito «globalizzazione dell’indifferenza», è necessaria una politica capace di porre rimedio alle ingiustizie e agli squilibri tra risparmi, da un lato, consumi e investimenti. Altrimenti non saremo in grado di uscire dalla crisi», ha aggiunto Prodi.

La risposta a questa crisi può arrivare dalle imprese? Nel 2003 l’autorevole studioso Henry Mintzberg aveva definito le imprese come istituzioni sociali. «Se esse non svolgono attività utili alla comunità, esse non hanno diritto di esistere». Parole quanto mai attuali in tempi in cui gli uomini di impresa, specialmente i banchieri, non godono più di fiducia. Nelle parole del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, la condanna del predominio della finanza. “L'uomo si distrugge; con la politica senza principi, con la ricchezza senza lavoro e con gli affari senza morale”.

Ma ci sono modi migliori per fare le cose? “È necessario ricordare che il ruolo delle banche è sostenere le imprese”, ha sottolineato Gabriele Piccini, country chairman per l’Italia di Unicredit. “Ma oggi più che mai gli istituti di credito devono riscostruire il rapporto di fiducia con le famiglie”.

La crisi finanziaria ha acceso i riflettori sulle banche che oggi sono le imprese ritenute meno affidabili a livello globale. «Nella vicenda delle quattro banche salvate dal governo, a farne le spese sono state persone che riponevano la loro fiducia in altre persone che incontravano ogni giorno dietro lo sportello e che con un sorriso falso hanno portato sul lastrico famiglie e pensionati», ha affermato Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri e della Fondazione Cariplo.

Così per Giorgio Squinzi, è l'impresa l'unico vero antidoto per battere la speculazione, causa quest’ultima di povertà e diseguaglianza, e creare lavoro. “Serve una scossa contro il degrado morale della nostra società. Ed è per questo che abbiamo chiesto udienza al Santo Padre”, ha aggiunto il presidente di Confindustria

Perché come ha fatto notare il Cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Aspa, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, nonostante il mondo sia in uno stato di grande turbolenza, si continua a dare più importanza alle quotazioni di Borsa rispetto alla condizione di vita delle persone. Come quelle di centinaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, povertà e persecuzioni.

Ieri durante l’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un nuovo appello all’Europa per accogliere i migranti e i profughi che sono accampati in condizioni disastrose in Grecia. A ricordare nel corso del convegno la presa di posizione del Pontefice sul dramma dei profughi, è il cardinale Antonio Maria Veglio. «Non si possono costruire muri poiché non è questo quello che la Chiesa vuole», ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per i migranti. «Nel mondo vi sono 232 milioni di migranti interni, quindi, è migrante quasi una persona su dieci. Ognuno ha il diritto a emigrare, ma c’è anche il diritto a non emigrare, a rimanere in Patria: e per chi è costretto a farlo da guerre e sfruttamenti, è necessario aprire un panorama di accoglienza e integrazione».

Ma di fronte a queste ansie globali, a volte, è sufficiente un cambiamento di prospettiva per vedere la luce. Come ad esempio trovare un‘ alternativa al Pil, Prodotto interno lordo, per calcolare la ricchezza di un paese. Raul Cavalli, presidente della Fondazione Easy Care, propone così alla platea degli industriali italiani di introdurre un nuovo indice per misurare il benessere delle nazioni. «Il Pil ignora una serie di attività economiche che invece contribuiscono alla qualità della vita, come ad esempio il volontariato, mentre schizza alle stelle quando aumentano il tasso di criminalità, inquinamento, guerre e malattie».

Un seminario che come ha sottolineato Papa Francesco nel giorno dell’incontro con circa settemila imprenditori, deve gettare le basi per una società più inclusiva nei confronti di soggetti spesso dimenticati o trascurati. In particolare il Pontefice fa riferimento alle famiglie, focolai di umanità, e agli anziani, che potrebbero ancora esprimere risorse ed energie per una collaborazione attiva, eppure vengono troppo spesso scartati come inutili e improduttivi. “E che dire poi di tutti quei potenziali lavoratori, specialmente dei giovani, che, prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati?”

Rifiutate le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi, dice Bergoglio. «Occorre evitare che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno».


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