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Sostenibilità sociale e ambientale

Ratti e il suo giardino nelle nuvole

Con i suoi 1.609 metri sarà la struttura più alta mai costruita dall’uomo. A pensarla l’architetto italiano Carlo Ratti. Ma non sarà un semplice grattacielo, ma un vero e proprio giardino. «Immaginate di prendere il Central Park di New York, girarlo in verticale, farlo roteare e volteggiare», ha dichiarato Ratti

di Anna Spena

Il più alto al mondo, attualmente, si trova a Dubai. Si alza 828 metri dal suolo, la “Burj Khalifa”, il grattacielo costruito nel 2010 lungo quasi un chilometro. Ma tra pochi mesi, il primato sarà quasi raddoppiato da un giovane architetto italiano. Carlo Ratti, nato a Torino nel 1971, nominato dalla rivista Fast Company, mensile americano che si occupa di tecnologia, business e design, come uno dei 50 designer più influenti d’America, sa già che il suo ultimo progetto “The Mile”, che sarà ufficialmente presentato il 16 marzo al MIPIM, evento immobiliare internazionale che si tiene a Cannes, sarà alto 1.609 metri.

Carlo Ratti ha le idee chiare, e il Miglio, infatti, non sarà solo un grattacielo: «immaginate di prendere il Central Park di New York, girarlo in verticale, farlo roteare e volteggiare», dichiara l’architetto. Il suo studio “Carlo Ratti associati” lo ha progettato in collaborazione con quello di ingegneria tedesco Schlaich Bergermann und Partner e lo studio di design digitale inglese Atmos. Quando sarà realizzato diventerà la struttura più alta mai costruita dall’uomo ed anche un vero e proprio giardino “nelle nuvole”. Il progetto è nato sotto la richiesta di un cliente privato che per ora ha deciso di rimanere anonimo. Non si sa ancora in quale città sarà costruito The Mile ma, per questo giardino-grattacielo, si sta già proponendo un modello finanziario sulla base di quelli della Torre Eiffel a Parigi e il London Eye. Si anticipano quindi “profitti sostanziosi” per la città ospitante…

Nel grattacielo si riprodurrà un ecosistema naturale, sarà infatti ricoperto di piante e vegetazione di diverso tipo e preserverà la biodiversità perché, in base a ciò che è stato stabilito nel progetto, la struttura dovrà anche essere popolata da centinaia di specie animali.

Per arrivare a quell’altezza sarà strutturato attorno ad una camera vuota centrale di 20 metri di lato, tenuta in compressione, e assicurata tramite una rete di cavi che rimangono ad una tensione predefinita. Attorno a questo cavo centrale si allargano terrazze a forma di capsula. Ciascuna capsula è interamente avvolta da schermi per la realtà virtuale, che permettono un’interazione a 360 gradi con il paesaggio circostante.

Secondo Schlaich Bergermann partner associato Boris Reyher, «l'obiettivo è quello di spingere i confini di ciò che è possibile e creare una pietra miliare nella storia dell'architettura».


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