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Socialstars, l’app che assegna le stelle sociali

Una piattaforma e un'applicazione che premia i cittadini che partecipano ai progetti socialmente utili organizzati a Milano dalle onp. Nata da poco punta a diventare virale e uscire dai confini milanesi. A idearla un team internazionale. La parola chiave è condivisione

di Antonietta Nembri

Condividere. Questo il verbo alla base di un’idea. Che è diventata una start-up. E sta muovendo i primi passi. È nata a Milano, ma il suo obiettivo è quello di oltrepassare i confini della metropoli e diventare un fenomeno italiano e perché no europeo… per non dire globale. Il soggetto è l’app Socialstars: un’applicazione e una piattaforma che ha lo scopo di diffondere e valorizzare i progetti delle associazioni, dei volontari e dei cittadini che si attivano per il sociale.

Ma non si tratta solo di una nuova applicazione per far incontrare le richieste delle associazioni e la voglia di sociale dei cittadini. Quella ideata da Andrea Pabis, ex dirigente in una multinazionale che, dopo aver lavorato tra Germania e Spagna, che un anno e mezzo fa si è trovato senza lavoro, vuole essere qualcosa di più. «Quando sono stato licenziato, ho iniziato a seguire dei corsi. Avevo davanti due opzioni o ripropormi come dirigente o reinventarmi. Ho optato per la seconda» racconta Pabis. «Così durante un workshop di Avanzi mentre prendevo appunti, ho scritto “social stars, app per progetti di utilità sociale” (nella foto a fianco la pagina del blocco appunti). Un’intuizione che è cresciuta ed è diventata Socialstars».

L’originalità di questa piattaforma è di aver inventato un sistema premiale: le stelle, appunto che sono “stelle sociali” e premiano i cittadini che si attivano, condividono sui social le attività delle onlus o creano eventi a loro favore. «Per le associazioni, soprattutto quelle medio-piccole, è un modo per farsi conoscere, ricevere sì un appoggio economico, ma anche di comunicazione e di conoscenza perché la persona che condivide l’iniziativa della onlus riceve delle stelle e questo viene comunicato e visto sui social dagli amici facendo girare le informazioni» continua Andrea Pabis.

Nella gallery qui sotto come funziona l'app in quattro immagini

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A fondare Socialstars anche Gabriela Martinez equadoregna laureata in Germania definita “lo spirito creativo del progetto” (nella foto in apertura con Andrea Pabis), insieme hanno lavorato per otto mesi con un team tra cui Marco Staglianò esperto in start-up, Enrico Scognamillo (noto come capobecchino) sviluppatore specializzato nella creazione di piattaforme social e Raja Hariharan, web designer, grazie ai quali è nata la piattaforma e l’app (per iOs e Android). Nel team anche Francesco Bizzini che si occupa di comunicazione.

Online da inizio anno ha già una ventina di associazioni registrate, la stessa Socialstars funge da associazione in quanto pubblica eventi su Milano e sarà presente a “Fa la cosa giusta!” e al Festival del volontariato di Lucca. Gli utenti registrati, i cittadini che si vogliono attivare o semplicemente partecipare a un evento, accedendo all’app o al portale possono vedere cosa c’è in programma o visualizzare i progetti, quelli più nuovi e quelli più gettonati, con la geolocalizzazione anche quelli più vicini. E ogni attività finisce sul profilo personale di Fb, twitter e linkedin.

Uno strumento al servizio delle onlus, ma anche delle realtà informali quali le social street. Resterà un’app gratuita, ma Socialstars è una start-up a impatto sociale che vuol creare occupazione e reinvestire gli utili per ampliare il network, reinvestendo il profitto residuo nel finanziamento di progetti socialmente utili. «Al momento non ci sono entrate, ma l’idea è quella di sviluppare passi successi, arrivando a offrire servizi aggiuntivi alle associazioni. La registrazione e la pubblicazione base resterà sempre gratuita», assicurano i fondatori.
«L’obiettivo è far diventare Socialstars virale così da ampliare il pubblico coinvolgendo non solo i cittadini ma anche le aziende» spiega Andrea Pabis. L’idea alla base è che le imprese sempre di più dovranno dimostrare ai propri clienti l’impatto sociale delle proprie attività e dei propri processi produttivi. Socialstars si candida a essere il luogo in cui porre in evidenza l’impegno sociale di cittadini, onlus e aziende.

Ma per diventare appetibile alle aziende «dobbiamo arrivare ad avere almeno 100mila utenti» confida Marco Staglianò. E vista l’esperienza internazionale dei soci fondatori il progetto potrà essere rapidamente scalabile anche in altri Paesi europei.


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