Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

Cronaca nera in Rai: e se al posto di quella violenta e incivile, dessimo spazio alla società civile?

La decisione del Direttore Generale della Rai, Campo dall'Orto è chiara: da domenica prossima, basta cronaca nera in fascia protetta. Sul banco degli imputati, dopo le denunce dell'onorevole Michele Anzaldi, va soprattutto "Domenica In", trasformato in un cabaret degli orrori. L'aria sta cambiando, ma perché cambi davvero dovremmo ridare voce al sociale

di Marco Dotti

La denuncia di Michele Anzaldi non è caduta nel vuoto. Il deputato del Partito Democratico, membro della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, aveva sollevato il problema: perché tanta violenza sui canali Rai? In particolare, a attirare l'attenzione di Anzaldi è stata “Domenica In”. Il programma del servizio pubblico per la domenica della famiglia italiana, apriva la puntata del 21 febbraio scorso parlando del brutale delitto del piccolo Loris a Catania. In piena fascia protetta. Nessun particolare è stato risparmiato. La cronaca nera alza lo share. "Non ci sono immagini, solo parole" si erano difesi da "Domenica In". Ma il neurologo Rosario Sorrentino, ha rincarato la dose: la violenza è il messaggio.

D'accordo anche Massimiliano Baldi, consulente tecnico ufficiale del Tribunale di Roma epresso la Procura del Tribunale dei minori romano, che ha parlato della cronaca nera in fascia protetta come generativa di “vissuti negativi nei bambini ascoltatori".

Ieri, il Direttore Generale Antonio Campo Dall'Orto è intervenuto, mostrando sensibilità per una questione che tocca direttamente il Contratto di Servizio Rai: basta cronaca nera in fascia protetta e, da domenica prossima, basta sangue, lacrime e violenza a Domenica In.

"È una scelta che pagheremo in termini di ascolti – afferma Dall'Orto – ma è questo che intendo quando dico servizio pubblico". Per Michele Anzaldi si tratta di una "scelta coraggiosa, seria, da vero servizio pubblico".

Resta però aperta la seconda fase della sfida: con che cosa riempire il "buco" lasciato dalla cronaca nera? Perché non dare spazio alla società civile, in luogo di quella violenta, vogare e incivile? Sarebbe davvero un bel cambio di rotta.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA