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Economia & Impresa sociale 

Federcasse: ripensiamo l’Europa delle regole bancarie

Audizione oggi, 8 marzo, dell'associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato. Nell'occasione ribadita la posizione sul Decreto di riforma del Credito cooperativo

di Redazione

Si è svolta oggi, martedì 8 marzo, l’audizione di Federcasse (l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane) in Commissione Finanza e Tesoro del Senato in merito alla “Indagine conoscitiva sulle condizioni del sistema bancario e finanziario italiano e la tutela del risparmio”, anche in riferimento alla vigilanza, la risoluzione delle crisi e la garanzia dei depositi europee. Nella delegazione il presidente Alessandro Azzi, il direttore generale Sergio Gatti e il vice direttore generale Roberto Di Salvo. In apertura di seduta si è sottolionato la forte sensibilità dimostrata dalla stessa Commissione sulle istanze del Credito Cooperativo nel corso dell'iter di approvazione della Legge di Delegazione europea 2014

Federcasse ha presentato una memoria in cui innanzitutto si trova una prima analisi di impatto a 26 mesi dall’avvio dell’Unione bancaria e a 15 dall’introduzione del meccanismo di vigilanza unico nella quale si sottolinea come «il problema di fondo per le piccole banche, vale a dire l’effettiva applicazione del principio di proporzionalità, si coglie solo tenendo conto dell’effetto congiunto dei singoli blocchi che costituiscono l’intero apparato normativo dell’Unione Bancaria. L’effetto congiunto di questo apparato normativo non è una loro semplice sommatoria».

Allo stato attuale – si legge in una nota – l’effetto congiunto dei tre “blocchi normativi” dell’Unione Bancaria è sproporzionato sulle piccole banche rispetto al loro peso sistemico. Nel complesso, le piccole banche pagano di più in tutti i termini, tenuto conto del loro ruolo nel finanziamento dell’economia e rispetto all’entità del rischio al quale espongono il sistema in quanto tale.

E secondo Federcasse, dovrà essere la prospettiva sistemica a guidare la proporzionalità, passando da una proporzionalità caso per caso a una proporzionalità struturata.

Federcasse ha altresì ricordato la propria partecipazione alla consultazione, lanciata nell’ottobre 2015 dalla Direzione Generale per i Servizi finanziari della Commissione Europea – e da poco conclusa – volta a raccogliere evidenze in merito all’impatto della mole di legislazione emanata negli ultimi anni. È stato prodotto un Documento che ha posto in evidenza in maniera analitica i molteplici elementi di criticità accumulati nella normativa europea emanata negli ultimi anni, con particolare riferimento al principio di proporzionalità e al mantenimento della diversità nel mercato bancario europeo.

Inoltre Federcasse torna a chiedere che si possa avviare un esperimento che estenda – dal 2018 in poi – anche alle imprese sociali il Supporting Factor con una specifica misura che si potrebbe chiamare “Social Enterprise Supporting Factor”: in sostanza si chiede di inserire un fattore di supporto ancora più vantaggioso per le imprese sociali di piccola e media dimensione

Nella Memoria, Federcasse sottolinea come “Basilea 1” fosse scritta in 35 pagine, “Basilea 2” in 347 pagine, mentre per “Basilea 3” si è arrivati a 2.000 pagine più altre 2.500 di standard tecnici (sempre più complessi). I timori per Basilea 4 non sono soltanto relativi ai pesanti oneri amministrativi derivanti dall’adeguamento ad una nuova ulteriore normativa. Si riferiscono anche al rischio che gli standard prevedano un assorbimento patrimoniale per i titoli di Stato e che si esageri nel rendere più stringenti i criteri di valutazione del credito deteriorato.

L’appesantimento delle esigenze di capitale per le banche avrebbe il deleterio effetto di “gelare” la ripresa. Ne pagherebbero il prezzo soprattutto le piccole e medie imprese.

La Memoria ricorda l’interpretazione della DG Concorrenza secondo la quale, sebbene i fondi di garanzia siano alimentati esclusivamente con risorse delle banche, essi possano avere la veste di fondi pubblici, in quanto previsti per legge e sottoposti all’approvazione dell’Organo di Vigilanza per gli interventi.

In estrema sintesi, inoltre, per il Credito Cooperativo, «l’Europa va ripensata anche a partire da un approccio nuovo, più ragionevole e realistico nella produzione delle norme». Per Federcasse, un’opportunità può essere rappresentata dall’annunciata “manutenzione” del Single Rule Book.

In allegato la sintesi completa.


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