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Enti e famiglie scrivono a Renzi: alle adozioni serve «un intervento risolutore»

27 enti autorizzati più il CARE, per un totale di 25mila famiglie rappresentate, hanno scritto una lettera al premier Matteo Renzi e al Governo, chiedendo «un incontro urgente, nella speranza di una risposta indifferibile e decisiva per il futuro dei bambini, delle famiglie e degli operatori delle adozioni internazionali»

di Sara De Carli

27 enti autorizzati più il CARE, coordinamento che riunisce 33 associazioni familiari, hanno scritto ieri una lettera al premier Matteo Renzi e a tutti i ministri del Governo, chiedendo «un incontro urgente, nella speranza e convinzione di una risposta indifferibile e decisiva per il futuro dei bambini, delle famiglie e degli operatori delle adozioni internazionali», ovvero un «intervento risolutore». Gli enti e le associazioni familiari che hanno scritto la lettera appello vedono il rischio concreto che il “sistema-Italia faticosamente costruito negli anni, riconosciuto e apprezzato dalla comunità internazionale” possa davvero «scomparire».

A tema, nella lettera, nove punti, legati in gran parte alla «difficile collaborazione con la Commissione Adozioni Internazionali (CAI)». Si va dall’assenza di una gestione collegiale della stessa CAI all’esclusione degli enti autorizzati come soggetti operanti e interlocutori delle Istituzioni dei Paesi di provenienza dei bambini, in piena collaborazione con la nostra Autorità centrale, come avveniva in passato; dal mancato esame delle istanze di autorizzazione per operare in nuovi Paesi al ritardo del rimborso di progetti di cooperazione nei Paesi esteri, già realizzati e finanziati dagli enti; dalla mancata pubblicazione dei rapporti statistici sulle adozioni internazionali realizzate nel 2014 e nel 2015 alle difficoltà delle famiglie nel comunicare con la CAI.

I 27 enti autorizzati che hanno sottoscritto la lettera (sono 62 gli enti autorizzati in Italia) realizzano il 60% delle adozioni effettuate in Italia, sviluppano l’80% dei progetti di cooperazione nei Paesi di origine dei minori adottati e seguono oltre 2mila famiglie nel percorso dell’adozione. Ci sono enti già da tempo critici nei confronti della attuale gestione della Cai ma c’è anche Arai, l’Agenzia regionale per le adozioni internazionali, l’unico servizio pubblico dei 62 enti autorizzati, ad oggi operativo in cinque regioni d’Italia. Ci sono molti enti storicamente più in sintonia fra loro, riuniti nel coordinamento Oltre l’adozione, ma anche enti che aderiscono al coordinamento CEA. Aggiungendo le 33 associazioni del CARE, il totale delle famiglie rappresentate dalle organizzazioni sale a 25mila.

Ecco gli Enti autorizzati firmatari:

AMICI MISSIONI INDIANE (AMI); A.Mo ATTRAVERSO IL MONDO PER UN SORRISO; CRESCERE INSIEME ONLUS; ASSOCIAZIONE IL CONVENTINO; Fondazione AVSI; IN CAMMINO PER LA FAMIGLIA – I.C.P.L.F.; INTERNATIONAL ADOPTION; ISTITUTO LA CASA; CENTRO ADOZIONI LA MALOCA; ASSOCIAZIONE MEHALA; N.A.D.I.A. ONLUS; RETE SPERANZA ONLUS; SJAMO (SAO JOSE' AMICI NEL MONDO); CIFA ONLUS; N.A.A.A.; Ai.Bi. ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI; NUOVI ORIZZONTI PER VIVERE L'ADOZIONE (N.O.V.A.); I BAMBINI DELL'ARCOBALENO – BAMBARCO ONLUS; C.I.A.I. – CENTRO ITALIANO AIUTI ALL'INFANZIA; I FIORI SEMPLICI ONLUS; LA PRIMOGENITA INTERNATIONAL ADOPTION; AMICI TRENTINI; AAA ASSOCIAZIONI ADOZIONI ALFABETO; ASSOCIAZIONE BAMBINI CHERNOBYL; ASSOCIAZIONE CICOGNA AMICI DI CHERNOBYL, Direttore A.R.A.I. – Regione Piemonte, convenzionata con Regioni Liguria, Valle d'Aosta, Lazio e Calabria.

In foto, orfanotrofio a Pechino, aprile 2014 (Kevin Frayer/Getty Images)


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