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Branca: «Stiamo diventando un’area marginale in preda al caos»

Per il linguista e orientalista italiano, docente alla Cattolica di Milano, «L’Anno Santo della Misericordia dovrebbe spingerci a una carità più intelligente e fattiva, emancipandoci finalmente dall’inconcludente e autolesionista polemica fra buonisti e non anche e soprattutto in campo politico»

di Paolo Branca

Esprimere orrore ed esecrazione per l’ennesimo attentato che è giunto a colpire il cuore dell’Europa, se da un lato è inevitabile, dall’altro è evidentemente ormai inadeguato e forse persino rituale. C’è da prender atto che il continente in cui viviamo non può più garantirci la pace di cui abbiam “goduto” dalla fine della Seconda Guerra mondiale in qua.

Anche “grazie” al bipolarismo della Guerra Fredda che è terminata nell’89, anche se proprio in questi giorni, con la visita di Obama a Cuba sembrerebbe invece un fatto assai

più recente… La nuova e improvvisa situazione geopolitica ha colto tutti di sorpresa e la classe dirigente non è meno impreparata del comune cittadino a farle fronte.

Stiamo diventano, insieme a i nostri dirimpettai nordafricani e mediorientali, un’area “marginale” in cui il caos rischia di prendere il sopravvento.

È bene che ce ne accorgiamo, meglio sarebbe che sapessimo anche correre ai ripari. Ma così non è, purtroppo.

Gli accordi economici, già scricchiolanti per la crisi finanziaria, se non accompagnati da un’inedita partnership anche politico-militare, potrebbero rivelarsi del tutto insufficienti. La crisi è piuttosto “globale” e per di più nel contesto di “società liquide”, smarrite se non ormai allo sbando.

Stiamo diventano, insieme a i nostri dirimpettai nordafricani e mediorientali, un’area “marginale” in cui il caos rischia di prendere il sopravvento

La gestione bizzarra e inefficace dell’emergenza profughi dovrebbe avercelo dimostrato a sufficienza. Il destino dell’intera area è fortemente compromesso e chi ci vive, dalle due sponde del Mediterraneo, ha molto su cui riflettere, anche se il tempo per farlo risulta piuttosto risicato.

Al piagnisteo dominante dovremmo opporre riflessioni e azioni ben più pregnanti, anche perché siamo solo all’antipasto di un pranzo particolarmente indigesto. L’Anno Santo della Misericordia dovrebbe spingerci a una carità più intelligente e fattiva, emancipandoci finalmente dall’inconcludente e autolesionista polemica fra buonisti e non.

Al piagnisteo dominante dovremmo opporre riflessioni e azioni ben più pregnanti, anche perché siamo solo all’antipasto di un pranzo particolarmente indigesto

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