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Cooperazione & Relazioni internazionali

Non solo paura: la solidarietà conquista Bruxelles

Dal picco di donazioni di sangue a #porteouverte, l’hashtag utilizzato dai cittadini per offrire ospitalità agli stranieri rimasti bloccati in città, gli attacchi terroristici che hanno colpito la capitale europea hanno mostrato l’altra faccia di Bruxelles nel giorno più triste

di Ottavia Spaggiari

Non solo paura, rabbia e disperazione a Bruxelles, dopo gli attentati terroristici che, nella mattinata di martedì hanno stravolto la città, lasciando oltre 31 vittime accertate fino ad ora e oltre 260 feriti. Dopo le esplosioni che hanno colpito l’aereoporto di Zaventem, il principale della città, e quelle che si sono consumate in metropolitana, proprio vicino alla stazione di Maalbeek, in moltissimi hanno risposto all’appello della Croce Rossa e degli ospedali, che hanno chiesto, a chiunque potesse, di donare il sangue. Una reporter di France 24, ha riportato che gli ospedali della città hanno ricevuto donazioni di sangue sufficienti per affrontare l’emergenza e si sono dichiarati “sopraffatti dalle adesioni ricevute”.

La piattaforma di project management Trello.com, ha dedicato l’home page ad aiutare i parenti e gli amici delle persone scomparse ieri, organizzando una bacheca digitale, sulla quale è possibile postare le fotografie di chi non ha più dato notizie di sé dopo gli attentati e raccogliere informazioni, in tre lingue, francese, fiammingo e inglese.

E se su Twitter tra gli hashtag più popolari di oggi in Belgio vi è anche #stopislam, in realtà sono in moltissimi ad usarlo per denunciarne l’insensatezza, mentre da ieri #ikwilhelpen utilizzato per offrire ospitalità, passaggi e aiuto a chi è rimasto bloccato in città, senza un posto dove andare è tra i trending topic da ieri, insieme a #porteouverte, porte aperte, eredità di una solidarietà emersa nelle ore successive ad un’altra tragedia, quella degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre.


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