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Oxfam sospende tutte le attività nell’hotspot di Moria. «Un luogo disumano»

L’ennesimo abbandono di una ong dopo quelli di Medici Senza Frontiere, Unhcr e Save the Children nel centro sull’isola greca di Lesbo. «A seguito del recente accordo sui migranti tra Unione Europea e Turchia le strutture di accoglienza greche sono diventati centri di detenzione»

di Redazione

A seguito del recente accordo sui migranti tra Unione Europea e Turchia, l’hotspot di Moria, nell’isola greca di Lesbo, è stato trasformato in un centro di detenzione: Oxfam ha pertanto deciso oggi di sospendere tutte le sue attività sul posto. Lo avevano già fatto Msf, Unhcr e Save the Children.

A fronte del vertiginoso aumento degli arrivi a Moria negli ultimi giorni, le autorità greche stanno trasformando le strutture di accoglienza in centri dove le persone sono di fatto detenute e dove, secondo quanto previsto dall’accordo della scorsa settimana, resteranno in attesa fino al loro ritorno in massa in Turchia. La libertà di movimento a Moria non è garantita: il campo è ora sotto l’autorità del Ministero dell’Interno.

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Oxfam è da sempre impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone che si trovano in grave stato di bisogno. Oxfam non può tuttavia essere complice di un sistema iniquo e disumano in cui è richiesto di lavorare in centri chiusi, dove il rispetto dei diritti fondamentali non può essere garantito. L’assistenza umanitaria dovrebbe essere fornita in un ambientedove i rifugiati possano godere della libertà di muoversi.

«L’Europa ha di fatto sospeso il diritto di queste persone a chiedere protezione in Grecia. E tutto ciò è incomprensibile. – afferma Elisa Bacciotti, direttrice del Dipartimento Campagne di Oxfam Italia – La detenzione di persone che non hanno commesso alcun crimine e che hanno rischiato la vita per una maggiore sicurezza e un futuro migliore, è un offesa a quei valori che l’Europa ha difeso in passato con forza».

Oxfam ha iniziato le attività in Grecia nel settembre 2015, quando la situazione delle persone in arrivo dalla Turchia è peggiorata rapidamente, fornendo cibo e acqua potabile, oltre che beni essenziali per i rifugiati e i migranti. Nel campo di Moria, in particolare, le condizioni igieniche e sanitarie sono assai precarie. Oxfam ha, a tal proposito, commissionato la realizzazione di una serie di servizi igienici. Un lavoro che, nonostante la sospensione delle attività, sarà completato.

«Il nostro ritiro da Moria è il tragico risultato di come la crisi migratoria si stia gradualmente trasformando in una crisi morale dell’Europa. – conclude Giovanni Riccardi Candiani, responsabile di Oxfam in Grecia – Se neppure i leader europei non sono più in grado o non vogliono difendere i diritti fondamentali delle persone, chi altro lo farà?».

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Oxfam continuerà a monitorare gli ulteriori sviluppi e a dialogare con le autorità in Grecia e Europa, portando davanti alle istituzioni le preoccupazioni dei migranti e dei rifugiati che sono ancora in cerca di sicurezza e dignità. L’assistenza umanitaria di Oxfam proseguirà nel campo di Kara Tepe, che è gestito dalla municipalità di Lesbo, dove i migranti godono ancora della libertà di movimento.

Le foto delle gallery e il video sono di Oxfam


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