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Welfare & Lavoro

Welfare aziendale, il modello Lombardia

Il 6 e 7 aprile a Milano si tiene la prima edizione degli Stati generali della conciliazione e del welfare aziendale. L’assessore regionale Gallera: «Un sistema all’avanguardia che ci permetterà di sfruttare al meglio le agevolazioni previste nella legge di Stabilità»

di Redazione

“La nuova frontiera del welfare: il modello lombardo delle reti territoriali”. Si intitola così la prima edizione degli stati generali della conciliazione e del welfare aziendale organizzati dalla Regione Lombardia il 6 e 7 aprile all’Auditorium Testori-Palazzo Lombardia (qui il programma completo).

Al centro della due giorni ci sarà il modello lombardo del welfare aziendale, un modello che ha un riferimento preciso: le reti territoriali di conciliazione. In un anno e mezzo nella regione della rosa camuna ne sono nate 15, che grazie a 57 partnership pubblico-privato a cui hanno aderito 966 enti (pubblici e privati), hanno attivato 71 progetti (servizi di cura e socioeducativi, attività sperimentali di conciliazione famiglia-lavoro, piani di congedo personalizzati e misure a favore dell’occupazione).

Le reti territoriali di conciliazione fino ad oggi hanno potuto contare su 3 milioni di euro di risorse statali gestite dal Pirellone a cui si sono aggiunti 2 milioni di fondi regionali e altri 2,8 di contributo da parte degli enti privati che hanno aderito alle reti. Il budget sui territori è stato gestito dalle Ats (ex Asl). I finanziamenti non sono stati assegnati attraverso bando. «Sarebbe stato uno strumento troppo rigido: abbiamo lasciato la libertà ad ogni singola rete di individuare i suoi target. Ogni comunità ha i suoi specifici bisogni: non è detto che tutti abbiano bisogno dello stesso numero di asili nido o di servizi per non autosufficienti», spiega Giulio Gallera, assessore regionale a reddito di autonomia e inclusione sociale (nella foto a fianco).

Ma cosa succederà una volta terminati i fondi? Su questo Gallera ha le idee definite: «Con l’allargamento dei vantaggi fiscali introdotti dalla legge di Stabilità le aziende saranno molto più incentivate a fornire servizi di welfare. In futuro le risorse verranno in buona misura da lì. Il fatto di aver costruito questi protocolli fra comuni e imprese darà però alla nostra Regione un vantaggio competitivo cruciale: noi infatti già oggi siamo in grado di conoscere con buona precisione i bisogni da coprire e le forze che abbiamo a disposizione. In questo modo sarò più agevole evitare buchi neri o duplicazioni».

Sul nuovo numero del magazine

Un focus sul modello lombardo delle reti territoriali è contenuto nel prossimo numero di Vita magazine in uscita venerdì 8 aprile che dedica l’ampio servizio di apertura del primo numero del nuovo formato bookazine al boom del welfare aziendale in Italia: 40 pagine con tutti i numeri, protagonisti e fronti aperti di un fenomeno che rimodulerà il tradizionale schema di Stato sociale così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi.


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