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Profughi all’hub di Centrale, volti e racconti

Una mostra fotografica "Milano, riPartenze" e un docufilm "Terra di transito": il doppio appuntamento di venerdì 8 aprile a Milano per conoscere la realtà delle decine di migliaia di uomini, donne e bambini transitati dal capoluogo lombardo.

di Antonietta Nembri

Sono stati oltre 87mila i profughi, per lo più siriani ed eritrei, che negli ultimi trenta mesi sono passati dalla Stazione Centrale di Milano. I loro volti, storie e passaggi sono al centro della mostra fotografica “Milano, riPartenze” realizzata dal fotoreporter Diego Zanetti all'interno dei locali dell'Hub della Stazione Centrale di Milano.

La mostra fotografica viene inaugurata venerdì 8 aprile alle ore 19 proprio nei locali dell’Hub Stazione Centrale (sottopasso Mortirolo). Accanto alla mostra fotografica è in programma anche un documentario per raccontare le storie dei migranti che, dal 2013 a oggi, sono passati proprio dalla Stazione Centrale di Milano. Un doppio appuntamento, organizzato nell’ambito del V Forum delle Politiche Sociali, che vedrà venerdì 8 aprile oltre all'inaugurazione della mostra “Milano, riPartenze” anche la proiezione del docufilm “Terra di transito” del filmmaker Paolo Martino (ore 20.30). (dettagli dell'appuntamento in agenda)

L'hub è stato allestito nel luglio 2015 per far fronte ai massicci arrivi di migranti nel corso dell'estate. In precedenza venivano utilizzati altri luoghi della stazione, meno adatti allo scopo. All'interno della struttura (messa a disposizione da Grandi Stazioni) i migranti appena approdati in città vengono registrati prima di essere smistati tra i vari centri di accoglienza presenti nel capoluogo lombaardo. L'hub è quindi un luogo dove riposarsi, consumare un pasto, ricevere un primo consulto medico. Allos tesso tempo un luogo dove i bambini possono giocare, disegnare e divertirsi per qualche ora.

Le attività dell'hub sono gestite da Fondazione Progetto Arca, in collaborazione con i volontari e diverse associazioni milanesi. Terre des Hommes ha contribuito alle attività dell'Hub mettendo a disposizione un mediatore linguistico e culturale eritreo, un consulente legale, oltre alla fornitura di oltre 5mila kit igienici.

Il docufilm (qui sopra il trailer), vincitore del “Premio Aquila 2014” (dedicato al genere documentario italiano e internazionale), racconta la storia del giovane Rahell che ha intrapreso, come migliaia di suoi coetanei in fuga dalla guerra, un duro viaggio dal Medio Oriente all’Europa senza visti né passaporto, tentando di congiungersi a un ramo della famiglia che vive da anni in Svezia. Sbarcato in Italia scopre però che il regolamento di Dublino (la norma che impone ai rifugiati di risiedere nel primo Paese d'ingresso in Unione Europea) non gli permette di raggiungere la sua meta e il suo sogno. Per Rahell l’Italia non è altro che una “terra di transito” come recita il titolo del docufilm.