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Storica decisione dell’esercito Usa: soldato sikh può indossare il turbante

Per la prima volta è consentito a un capitano di religione sikh di indossare l'uniforme e portare barba e turbante, come prescritto dalla propria religione. Il militare aveva minacciato una causa per discriminazione, ma prima di arrivare in tribunale le autorità gli hanno concesso ciò che chiedeva

di Gabriella Meroni

E' il primo soldato dell'esercito Usa a cui è consentito di indossare il turbante e portare la barba, in osservanza alle regole della religione sikh. Esulta a buon diritto il capitano Simratpal Singh (nella foto del New York Times), americano di origine indiana, laureato a West Point e decorato con la stella di bronzo per il suo servizio in Afghanistan. Dopo aver tagliato barba e capelli per anni, e nascosto il turbante sotto il materasso, Singh ha infatti deciso di fare causa all'esercito per discriminazione religiosa, e ha trionfato ancora prima di arrivare in aula. A dare l'annuncio è stato lo stesso esercito, a cui il capitano lo scorso ottobre aveva per la prima volta chiesto ufficialmente la dispensa per potersi vestire come la sua religione prescrive, minacciando una causa legale per discriminazione in caso di risposta negativa. A fronte della possibile sconfitta in tribunale, le autorità militari gli avevano allora concesso, a dicembre, un permesso temporaneo, valido per tre mesi.

Alla scadenza di tale periodo, Singh si è visto arrivare la richiesta di sottoporsi a un test di sicurezza indossando maschera antigas e elmetto insieme a barba e turbante indignato, il militare ha allora deciso di fare causa per discriminazione, sottolineando il fatto che a nessun altro collega, compresi quelli che normalmente portano la barba per motivi diversi da quelli religiosi, era mai arrivata una richiesta del genere. Finalmente, il 1 aprile l'esercito ha alzato bandiera bianca e, senza arrivare in tribunale, ha concesso al capitano un permesso permanente, revocabile solo nel caso in cui turbante e barba dovessero in qualche modo danneggiare “la coesione e il morale, l'ordine e la disciplina, la salute e la sicurezza”.
Il suo caso, comunque, farà scuola le autorità militari americane hanno infatti promesso che presto pubblicheranno linee guida contenenti standard e procedure da applicarsi in casi come questo. Il capitano Singh, che entrando a West Point dieci anni fa era stato costretto a radersi, ha dichiarato di essere «molto felice di non dover più scegliere tra professare pubbliamente la mia fede e servire il mio paese» .


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