Cooperazione & Relazioni internazionali

Italia unico paese UE a fornire pistole e fucili al regime di Al Sisi

Secondo il "Rapporto sulle esportazioni di armi e munizioni dall’Italia" presentato dall'OPAL, nel 2014-2015 sono state fornite 30mila pistole alle forze di polizia e corpi di sicurezza del regime di Al Sisi, per un valore di quasi 8 milioni di euro e 3.661 fucili o carabine per un valore di oltre 3,8 milioni di euro, nonostante la decisione del Consiglio dell’Unione europea.

di Redazione

L’Italia nel 2015 ha venduto oltre 19,5 milioni di euro di bombe alle Forze armate dell’Arabia Saudita, presumibilemente utilizzate dai sauditi per i bombardamenti in Yemen in un conflitto che ha causato quasi 7mila morti, di cui più della metà tra la popolazione civile. Ma munizioni militari sono state inviate anche in Turkmenistan (87 milioni di euro), Emirati Arabi Uniti (41 milioni), Algeria (41 milioni) e India (24 milioni). L’Italia risulta anche l’unico paese dell’Unione europea ad aver fornito nel biennio 2014-15 sia “pistole e revolver” che “fucili e carabine” alle forze di polizia e di sicurezza del regime di Al Sisi: dati che «sorprendono e preoccupano» poiché si tratta di «autorizzazioni rilasciate nonostante sia tuttora in vigore la decisione del Consiglio dell’Unione europea, assunta nell’agosto del 2013 e riconfermata nel febbraio del 2014, di sospendere le licenze di esportazione all’Egitto “di ogni tipo di materiale che possa essere utilizzato per la repressione interna”». Si tratta di 30mila pistole fornite nel 2014 alle forze di polizia e corpi di sicurezza del regime di Al Sisi, per un valore di quasi 8 milioni di euro e nel 2015 di 3.661 fucili o carabine per un valore di oltre 3,8 milioni di euro.

Questi dati sono contenuti nel “Rapporto sulle esportazioni di armi e munizioni dall’Italia e dalla provincia di Brescia (anno 2015)” presentato ieri dall’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa – OPAL di Brescia (il rapporto è disponibile a questo link) e curato dall'analista Giorgio Beretta.

Nel 2015 l’Italia ha esportato armi e munizioni, militari e comuni, per oltre 1,25 miliardi di euro (€ 1.255.131.904), un poco meno del 2014 (-3,5%) ma pur sempre la terza maggiore cifra degli ultimi vent’anni, solo di poco inferiore al massimo storico di quasi 1,4 miliardi di euro registrato del 2012. L’Italia nel 2015 ha esportato armi o munizioni, di tipo comune o militare, a 120 paesi. Le esportazioni di armi e munizioni verso i Paesi dell’Africa settentrionale sono aumentate tanto da raggiungere nel 2015 la cifra record ventennale di quasi 52 milioni di euro.

«A fronte di questi dati – dichiara Piergiulio Biatta, presidente di OPAL – riteniamo improrogabile che il Governo Renzi chiarisca la politica sulle forniture all’estero di armi e che il Parlamento si impegni in un maggior controllo sulle esportazioni di sistemi militari e di armi comuni. Sono ormai diversi anni che il nostro Osservatorio, insieme alla Rete italiana per il disarmo, lo chiede ai vari governi e alle rappresentanze politiche ma, a parte qualche sporadica iniziativa parlamentare, le risposte soprattutto dal governo continuano a mancare».


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