Welfare & Lavoro

Enti e famiglie: questa guerra non serve alle adozioni

«Ci preoccupa il clima di crescente confusione e di inasprimento tra famiglie, operatori e istituzioni che si è venuto a creare. È una guerra che non serve a nessuno e dalla quale prendiamo le distanze»: 25 enti e 33 associazioni tornano a chiedere un incontro al premier

di Redazione

«È una guerra che non serve a nessuno e dalla quale prendiamo le distanze, avendo come unico interesse il funzionamento del sistema adozioni in Italia»: è unanime la reazione dei 25 Enti autorizzati e delle 33 organizzazioni familiari aderenti al Care (Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete) che si dicono fortemente preoccupati per le dichiarazioni rilasciate dalla presidente della Cai a la Repubblica e pubblicate il 6 aprile 2016.

«Ci preoccupa fortemente il clima di crescente confusione – dicono Pietro Ardizzi portavoce dei 25 enti autorizzati e Monya Ferritti presidente del Care e portavoce delle 33 associazioni familiari – e inasprimento tra famiglie, operatori e istituzioni che si è venuto a creare».

Pertanto i 25 enti autorizzati e le 33 associazioni familiari ritengono irrinunciabile che:

  • la Commissione, essendo un organo collegiale, torni a riunirsi avendo da tempo superato l’ipotetico conflitto d’interessi con decreto del Presidente del Consiglio del marzo 2015;
  • la Commissione operi la sua attività di vigilanza e controllo sugli enti nei tempi previsti evitando di lanciare accuse generiche e un clima di sospetto che può creare smarrimento e confusione nelle famiglie e sfiducia nelle istituzioni. La Commissione garantisca la correttezza di tutti gli enti iscritti all’Albo;
  • la Commissione torni a riesaminare le richieste degli enti per l’operatività in nuovi Paesi, e dia esecuzione ai protocolli firmati con i Paesi esteri (Cambogia e Burundi);
  • la Commissione informi e pubblichi i dati relativi alle adozioni con regolarità, comprendendo anche le annualità mancanti 2014 e 2015;
  • la Commissione proceda alla verifica e alla liquidazione dei progetti di prevenzione all’abbandono già realizzati e rendicontato dagli enti nel 2014;
  • la Commissione riprenda il dialogo costante con gli attori del sistema nelle forme e con gli strumenti previsti dal dpr 108/2007 che le precedenti Commissioni avevano realizzato.

«Ma soprattutto – precisano Ardizzi e Ferritti – chiediamo, oggi più di ieri, che il premier Matteo Renzi intervenga immediatamente in prima persona e, come già richiesto nelle settimane scorse, ci convochi al più presto alla ricerca di una soluzione comune e condivisa».

Foto Miguel Medina, Getty Images


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