Politica & Istituzioni

Milano capitale dell’innovazione sociale, realtà o sogno?

“Milano, tra storia, realtà e sogno”, è un libro dell'ex sindaco Letizia Moratti utile per candidati e cittadini alla vigilia delle elezioni amministrative, proponendo un vero e proprio piano strategico. La recensione di Andrea Rapaccini

di Andrea Rapaccini

Milano, tra storia, realtà e sogno”, è un libro sulle potenzialità del capoluogo lombardo che dovrebbero leggere tanto i cittadini-elettori milanesi quanto i candidati che si confronteranno nelle prossime elezioni comunali.

Nella prima parte viene descritto lo spirito, la vocazione e la storia di Milano (interessante la carrellata dei contributi dei sindaci milanesi che si sono succeduti negli anni, partendo da Antonio Beretta primo sindaco della città nel 1860) mentre nello sviluppo successivo sono forniti numerosi spunti per una nuova politica territoriale, basandosi su numeri, esempi e confronti con le capitali globali (vedi tabella), ma sempre focalizzando l’attenzione sulle esigenze specifiche dei milanesi.

L’idea forte del libro ruota comunque intorno al ruolo di Milano come motore di innovazione sociale, una “città laboratorio” nel quale tanto lo sviluppo tecnologico quanto la politica industriale sono considerate “a servizio” dei cittadini. Una città nella quale la cultura, la finanza, l’impresa e il sociale non solo devono integrarsi, ma possono diventare gli ingredienti per un nuovo paradigma di sviluppo che veda insieme pubblico e privato, profit e non profit, laico e religioso. In questo senso l’autrice invita la Politica a superare gli steccati ideologici e collegare i talenti, le risorse e le enormi energie della città, mettendole pienamente a sistema.

Una città metropolitana che unirà 8 milioni di persone (il quarto agglomerato d’Europa per abitanti), secondo Moratti deve necessariamente darsi obiettivi globali e di lungo periodo, ambizioni che individua nei Sustainable Development Goals dell’ONU al 2030, con una attenzione specifica all’obiettivo 11 “città e comunità sostenibili”.

L’autrice evidenza la necessità di costruire un vero e proprio piano strategico della città che faccia riferimento in modo integrato a tre direttrici:

  • Lo sviluppo economico, che dovrà fare leva sulle eccellenze storiche del territorio, come la moda, il design e la finanza favorendo modelli economici non speculativi in grado di attrarre investitori responsabili e capitali pazienti sino a prevedere la costituzione di una vera e propria borsa sociale a Milano (Milan Social Stock Exchange). Questi modelli potranno essere sperimentati, magari partendo dalle utility e dalle municipalizzate, ispirandosi tanto all’economia positiva di Attali, quanto all’economia civile promossa da Zamagni. Due economisti, che pur partendo da valori e culture politiche molto diverse, giungono entrambi a promuovere sistemi economici e sociali molto simili, che mettono la persona al centro dello sviluppo di una città e di un Paese.
  • Lo sviluppo ambientale, tenendo conto che Milano è una città agricola con ancora oltre 50 cascine da recuperare, ma è anche la “città dell’acqua”, nella quale esistono ampi spazi di miglioramento per la diffusione del verde cittadino e degli orti urbani, dove c’è ancora molto da fare nel campo dell’efficienza energetica degli edifici (anche e soprattutto di proprietà pubblica), principali cause di inquinamento invernale; una città nella quale l’economia circolare e la sharing economy nella mobilità possono contribuire a ridurre gli sprechi e migliorare l’accessibilità dei servizi.
  • Lo sviluppo sociale e culturale, che dovrà puntare su nuove alleanze tra pubblico-privato con l’obiettivo di sviluppare modelli di welfare più efficaci in grado di far fronte alle crescenti esigenze della non-autosufficienza generate dalla crisi economica e dal progressivo invecchiamento della popolazione, al grave tema dell’inclusione culturale e religiosa, all’educazione dei giovani e alla rigenerazione dei patrimoni culturali ed immobiliari. Una Milano del dopo-Expo che dovrà anche essere in grado di valorizzare maggiormente le numerose esperienze di cooperazione internazionale presenti (città leader in Italia) e capace di promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte di politica territoriale, ad esempio attraverso il voting on line delle diverse iniziative di miglioramento.

Un piano di strategico con queste caratteristiche, argomenta Letizia Moratti, richiede nuovi modelli di misura per valutarne l’efficacia ed indirizzare le azioni operative. Dovranno essere costruiti indicatori che facciano riferimento al Social Progress Index (SPI), o al il Genuine Progress Indicator (GPI) o al Benessere Equo Sostenibile (BES), sistemi che intendono superare i limiti strutturali del PIL nel valutare il progresso sociale di una comunità o di una Nazione; tanto più vero oggi, considerando che dal 2014 l’Eurostat ha inserito le attività criminali come droga e prostituzione nel calcolo del PIL nazionale.

In estrema sintesi, “Milano tra storia, realtà e sogno” è un libro che unisce in un unico saggio la testa, il cuore e le mani : una visione di lungo periodo costruita sull’analisi strategica dei punti di forza/debolezza e dei rischi/opportunità della città e sul confronto con i grandi cambiamenti in atto a livello globale (la testa), una passione sociale genuina corroborata da valori personali e familiari (il cuore), infine la conoscenza di come poter incidere concretamente sulla realtà, da parte di una donna che nella sua vita professionale ha ricoperto ruoli crescenti di responsabilità (le mani).

Tutto questo con il desiderio di superare gli schieramenti ideologici poiché le cose da fare – quelle giuste per i cittadini – non dovrebbero avere un colore politico.

Un nuovo rinascimento può partire proprio da qui.


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