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Lo sport stupefacente del Csi

8 istituti scolastici, 1.000 ragazzi coinvolti sul campo e dei capitani molto speciali. È il progetto #SportStupefacente promosso dal Centro Sportivo Italiano con il supporto della Fict. A capitanare le squadre saranno gli utenti della Comunità Terapeutica del Ce.Re.So

di Redazione

6 ragazzi su 10, nelle scuole, fanno uso di droghe leggere. I dati, allarmanti, sono stati diffusi nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto socio-sportivo #SportStupefacente, promosso dal Centro Sportivo Italiano (CSI) e patrocinato dal Ministero della Salute e dal Ministero del Welfare, con il supporto della Presidenza Nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT).

Un progetto-pilota per l’intero sistema scolastico nazionale, la cui cabina di regia è a Reggio Calabria; un’iniziativa rivolta agli studenti degli istituti superiori colta da ben 8 realtà del territorio provinciale reggino. Da Locri a Cinquefrondi, non solo si scenderà in campo, fronteggiandosi in un campionato studentesco, ma si proverà a discutere con i ragazzi del tema delle droghe, grazie alla sensibilità del Provveditorato degli Studi e della Consulta Provinciale degli Studenti, e con la collaborazione di “testimonial”-capitani singolari. Saranno, infatti, gli utenti della Comunità Terapeutica del Ce.Re.So. a condividere la loro esperienza negativa, per evidenziare – altresì – tutte le possibilità positive di una vita basata sul divertimento sano, quale lo Sport tra amici. Fondamentale è stato il supporto delle Istituzioni e delle Organizzazioni locali, quali il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’ASP di Reggio Calabria, la Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria ed il Centro Servizi al Volontariato (CSV) “Dei Due Mari” di Reggio Calabria.

«Una sfida da vincere», ha dichiarato Paolo Cicciù, presidente provinciale e consigliere nazionale del CSI, «perché purtroppo il problema del consumo in età scolare delle droghe sembra essere uscita dall’agenda mediatica. Così non deve essere: questa può rappresentare una “bomba” sociale, da disinnescare con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Lo Sport azzarderei dire che può avere un impatto, addirittura, terapeutico per ripristinare una scala di valori, fatti di sacrifici e passione, che spesso il “divertimento” facile porta a dimenticare ».

Il progetto, che nella fase operativa è iniziato da poche settimane, è stato presentato alla Sala “Federica Monteleone”. I lavori, moderati da Paolo Cicciù, hanno visto i saluti istituzionali inviati dal Presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto, impossibilitato ad essere presente, nonché gli autorevoli interventi del Presidente nazionale della FICT, Luciano Squillaci, della Direttrice del Dipartimento delle Dipendenze dell’ASP di Reggio Calabria, Caterina De Stefano, e del Presidente del CSV “Dei Due Mari”, Giuseppe Bognoni. Hanno proposto il loro punti di vista sul tema e sul progetto anche i rappresentanti della Consulta Provinciale degli Studenti.

«Credo sia rivoluzionario immaginare che delle vite segnate dalla droga», spiega Cicciù, «possano essere degli esempi per i nostri giovani. Ma secondo noi è un modo per indicare la strada maestra. Non è con una canna che raddrizzi le tue giornate, anzi. L’invito che facciamo ai nostri giovani è di “farsi” di Sport e non rifuggire in altri “sballi” che illudono e poi desertificano».


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