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Economia & Impresa sociale 

Non c’è csr senza creare nuovi posti di lavoro

Questo è l'approccio di Accenture, che ha presentato il proprio report Corporate Citizenship 2015 - “Making a Measureable Difference”. Tanti i progetti realizzati anche in Italia, dove è uscito un analogo rapporto e dove si privilegia il supporto all’occupazione e la creazione di professionalità per il futuro, l'innovazione digitale e la convergenza fra profit e non profit

di Gabriella Meroni

Una attendibile misura dell'impatto sociale e degli obiettivi raggiunti dalle tante attività realizzate in tutto il mondo. E' questo il cuore del report Corporate Citizenship 2015, “Making a Measureable Difference” di Accenture, una pubblicazione che mette in evidenza come dal 2010 Accenture e i suoi partner non profit hanno fornito a più di 1,2 milioni di persone in tutto il mondo le competenze necessarie per ottenere un lavoro o avviare un'attività. In prospettiva, l'obiettivo dell'azienda è quello di dotare di competenze professionali oltre 3 milioni di persone entro il 2020 grazie al programma Skills to Succeed, permettendone l'accesso al mondo del lavoro e contribuendo a colmare il divario occupazionale globale.

I progetti italiani

Anche Accenture Italia, insieme alla Fondazione Italiana Accenture, è attiva nel programma globale Skills to Succeed e promuove un modello di Corporate Social Responsibility innovativo, che impegna in primo luogo nei progetti di CSR le proprie professionalità e competenze per generare occupazione e contribuire allo sviluppo della collettività. Questo nuovo modello per la Responsabilità Sociale d’Impresa è stato presentato nel primo Accenture Corporate Citizenship report, che riassume i principali risultati raggiunti dai progetti nel nostro paese. Tutte le iniziative di CSR di Accenture e di Fondazione Italiana Accenture sono guidate da tre dimensioni: supporto all’occupazione e creazione di professionalità per il futuro, innovazione digitale, convergenza fra profit e non profit. Essere un buon Corporate Citizen significa infatti realizzare le idee migliori per il sociale e trasformarle in iniziative concrete e di successo, dai risultati misurabili ed economicamente sostenibili.

Il nostro obiettivo è generare effetti concreti sugli individui, accrescendo le loro competenze per generare lavoro, e promuovere un ecosistema di iniziative virtuoso e sostenibile

Fabio Benasso, presidente e ad Accenture Italia

Questi alcuni progetti già realizzati o in corso: Palestra delle professioni digitali (forma alle professioni digitali giovani con un percorso di studi umanistico), Job Station (per il reinserimento al lavoro di persone con disagio psichico), ABCDigital (studenti che formano over 60 ai servizi del web), Deploy your Talents (rilancio degli studi su discipline tecnico-scientifiche), Nuvola Rosa (formazione su materie STEM per le giovani), Trame di Lunigiana (innovazione del terzo settore per il patrimonio artistico italiano), VideomakArs (innovazione e formazione per il patrimonio artistico di Milano)
“Siamo orgogliosi dei progetti realizzati in campo sociale in questi anni in collaborazione con tante aziende e istituzioni con cui condividiamo i valori e la passione per i risultati” – commenta Fabio Benasso, Presidente e Amministratore Delegato di Accenture Italia. “Il nostro obiettivo è generare effetti concreti sugli individui, accrescendo le loro competenze per generare lavoro, e promuovere un ecosistema di iniziative virtuoso e sostenibile”.
A supporto della dimensione digitale, Fondazione Italiana Accenture ha creato la piattaforma ideaTRE60, che permette di aggregare le migliori idee innovative per il sociale e di trasformarle in realtà, fungendo da acceleratore nell’analisi di proposte e da abilitatore dei progetti sociali.Ogni iniziativa è infine volta a favorire la convergenza tra mondo profit e non profit, promuovendo la nascita di nuovi modelli collaborativi tra aziende, pubblica amministrazione e terzo settore.

Riduzione delle emissioni

Il Corporate Citizenship report di Accenture Italia tratta anche dell’impegno alla riduzione di emissioni di CO2 e consumi energetici. Per ridurre le emissioni legate agli spostamenti casa-lavoro e alle trasferte, sono stati introdotti strumenti di comunicazione quali la Telepresenza, utilizzata più di 1.600 ore complessive nel 2015 e il Remote Working come forma di lavoro agile, realizzato per 24.000 giorni lo scorso anno. L’uso di questi strumenti remoti ha permesso un risparmio stimato in circa 100 tCO2, promuovendo un approccio ecosostenibile e una modalità di lavoro “smart” grazie alle tecnologie di ultima generazione. A livello globale le emissioni di CO2 per dipendente sono state ridotte del 47% dall’anno fiscale 2007, nell’ottica di raggiungere l’obiettivo del 50% entro la fine dell'anno fiscale 2020.


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