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Filantropia in crescita: i ricchi italiani donano sempre di più

Nove milionari su dieci sostengono buone cause con donazioni in denaro, un dato in crescita nel 2015 rispetto all'anno precedente. Lo rivela la seconda ricerca sulla Filantropia Privata realizzato dall’UNHCR. Un 1% di super ricchi dona più di 100 mila euro all’anno, mentre il 14% di loro ha già deciso per il testamento solidale

di Gabriella Meroni

Il 91% tra gli italiani più facoltosi ha donato nel 2015 (+11% rispetto al 2014), ma circa la metà di loro donerebbe di più se avesse maggiori benefici fiscali. Lo rivela la seconda edizione della ricerca sulla Filantropia Privata realizzato dall’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati (UNHCR) in collaborazione con il Gruppo Kairos, che ha preso in esame i comportamenti filantropici degli High Net Worth italiani, ovvero gli individui con un patrimonio superiore al milione euro.

Lo studio evidenzia che quasi un terzo degli italiani più abbienti (27% contro il 14% del 2014) nel 2015 ha donato di più rispetto all’anno precedente. Crescono le donazioni superiori ai 10 mila euro l’anno, mentre rispetto al 2014 si è triplicata la percentuale di chi ha donato tra 51 e 100 mila euro (il 15% contro il 3% nel 2014). Per la prima volta si registra anche un 1% di High Net Worth Individuals che donano più di 100 mila euro all’anno. Inoltre, il 14% intende includere una no profit nel proprio testamento, una percentuale superiore a quella che si rileva nella popolazione generale.

“Gli High Net Worth Individuals italiani sono oggi più disposti a donare, anche attraverso i lasciti solidali, e a dedicare tempo e risorse per avere un impatto sociale positivo – commenta Carlotta Sami, Portavoce UNHCR per il Sud Europa. Questi dati certamente incoraggianti vanno però letti in controluce e con visione strategica in quanto le grandi donazioni sono ancora poco diffuse nel nostro paese, specie se paragonate ad altri contesti, statunitense in primis. Crediamo sia fondamentale promuoverle e incoraggiarle a maggior ragione a fronte della attuale grave crisi dei rifugiati e del significativo gap che esiste tra bisogni umanitari e fondi pubblici disponibili.”

I benefici fiscali si confermano un potenziale importante incentivo per i comportamenti filantropici: oltre un 1 filantropo su 2 donerebbe di più qualora i benefici fiscali aumentassero. Per un 1 grande donatore su 2 la motivazione principale a sostenere una organizzazione è la percezione di “essere dei privilegiati”, mentre continua a essere ridotto rispetto a quanto si registra in altri contesti culturali – USA su tutti – il numero di quanti legano la propria filantropia ad una tradizione di famiglia e a valori religiosi. Si conferma in pieno rispetto allo scorso anno la tendenza dei filantropi italiani a restare anonimi e a non volere nessuna forma di esposizione mediatica o riconoscimento pubblico. Per quanto riguarda le cause sostenute dai filantropi, la ricerca scientifica e il benessere dei bambini risultano essere le cause predilette, mentre l’assistenza ai rifugiati conquista due punti percentuali in più rispetto al 2014, passando dall’8 al 10%.


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