Economia & Impresa sociale 

Nove nuove imprese sociali nascono con il bando Occupiamoci!

Daranno lavoro inizialmente a 35 giovani fra i 16 e i 29 anni, nel Nord come nel Sud Italia. Nove progetti innovativi di social business, che puntano su turismo e enograstronomia, selezionati fra 200 proposte. Quattro fondazioni ne sostengono l'avvio con 600mila euro

di Sara De Carli

Trentacinque giovani fra i 16 e i 29 anni avranno un lavoro. Un lavoro vero, con solide prospettive per il futuro, che poggia su una idea di business innovativa e sostenibile, nato grazie allo strumento dell’impresa sociale. Al Nord come al Sud, in città come in provincia, perché l’impresa sociale punta proprio a creare un mercato del lavoro maggiormente inclusivo, con minori barriere e divari sociali, culturali, geografici, generazionali e di genere.

Oggi, in occasione della Festa dei Lavoratori, Fondazione Mission Bambini, Fondazione Canali Onlus, Fondazione San Zeno, UniCredit Foundation e Manageritalia Milano-Gruppo Volontariato Professionale, annunciano i progetti vincitori della seconda edizione del Bando “Occupiamoci!”. Si tratta di nove progetti, selezionati tra oltre 200 richieste pervenute, in tre graduatorie distinte sulla base dell’area geografica di realizzazione degli interventi (Nord, Centro, Sud Italia). C’è un caseificio mobile per produrre yogurt e formaggio di capra biologici in provincia di Varese e un food truck di cibo etnico a Verona. C’è un’officina/veleria itinerante per che interviene a chiamata sulle imbarcazioni private nel porto di Palermo per effettuare riparazioni e un ciclo-hub che a Napoli metterà in pista un team di corrieri a domicilio, su due ruote. Si tratta di attività imprenditoriali nuove o da potenziare, ideate e gestite da organizzazioni del privato sociale (associazioni, cooperative) senza scopo di lucro, che hanno puntato principalmente nei settori strategici per l’Italia, come l’enogastronomia e il turismo.

Le quattro fondazioni hanno stanziato complessivamente 600mila euro e i progetti selezionati riceveranno un contributo medio di 65mila euro ciascuno per coprire una parte degli investimenti iniziali e una parte dei costi di gestione. Si parte con 35 nuovi posti di lavoro, ma i numeri potranno crescere nel tempo con l’affermarsi sul mercato delle idee di business sostenute. Molti progetti inoltre prevendono attività di formazione rivolte ad un numero di giovani più ampio rispetto e coinvolgono anche categorie in condizione di svantaggio sociale: giovani con disabilità (Varese), minori con alle spalle situazioni familiari difficili (Genova), ragazzi e ragazze in uscita da case famiglia e madri sole (Forlì), persone con sindrome di down (Pisa), giovani neomaggiorenni in uscita da percorsi di comunità o penitenziari (Palermo).

«Con questa seconda edizione del Bando “Occupiamoci!” abbiamo voluto privilegiare i progetti con un grado elevato di sostenibilità economica, con l’obiettivo realistico di garantire stabilità ai nuovi posti di lavoro creati», spiega Goffredo Modena, Presidente di Fondazione Mission Bambini. Per questi 35 ragazzi l’iniziativa «ha fatto davvero la differenza», continua Maria Grazia Canali, Presidente di Fondazione Canali Onlus. L’idea di unire le forze per un unico bando nazionale che aiutasse a creare opportunità di lavoro per i giovani, risale al 2013, anno in cui fu lanciato il primo bando “Occupiamoci!”, che ha dato opportunità di lavoro a 100 giovani, fra tirocini e nuove idee imprenditoriali: per la seconda edizione le quattro fondazioni hanno puntato tutto sull’impresa sociale «dove non solo la sostenibilità economica dell’iniziativa ma qualità del lavoro, inclusione sociale e rigenerazione territoriale diventano obiettivi primari dell’attività imprenditoriale», afferma Sandro Veronesi, Presidente di Fondazione San Zeno Onlus e fondatore del Gruppo Calzedonia. «I dati relativi a questo Bando raccontano da una parte come l’emergenza dell’occupazione giovanile interessi diffusamente e indistintamente tutto il nostro Paese, ma denotano anche come, da nord a sud, non manchino la voglia di fare, le idee, la capacità di fare impresa in modo innovativo: i progetti scelti sono esempi vincenti, funzionali e sostenibili, integrati con il territorio e i settori trainanti della nostra economia», spiega Maurizio Carrara, Presidente di UniCredit Foundation: «è quindi fondamentale che come corporate foundation, continuiamo a collaborare, condividendo risorse, strumenti e conoscenze per sostenere i progetti migliori e contribuire davvero in modo effettivo a dare impulso alla ripresa».

Ma quali sono i progetti vincitori? Eccone una sintesi.

CASEIFICIO SOLIDALE
Dove: Laveno-Mombello (VA)
Proponente: Cooperativa Sociale Solidarietà 90
Chi: 11 ragazzi con disabilità tra i 16 e i 29 anni d’età (3 assunti e 8 con borsa lavoro/stage).
Cosa: Apertura di un caseificio per la produzione di formaggio e yogurt di capra biologico. Si acquisteranno 20 capre di razza nera di Verzasca, allevate presso l’azienda agricola della cooperativa,e si creerà un circuito produttivo completo che consenta di produrre formaggio di capra di alta qualità.

È BUONO! UNITED ICE CREAM LAB
Dove: Genova
Proponente: Associazione Consulta Diocesana per le attività in Favore dei minori e delle famiglie ONLUS
Chi: 30 giovani minori allontanati dalla propria famiglia: 10 solo per la formazione (avvio al lavoro negli anni successivi); 15 con inserimento lavorativo nella forma di stage estivo; 5 con avvio al lavoro con contratto
Cosa: Realizzare un laboratorio di produzione e vendita di gelato artigianale, con punto vendita sulla Passeggiata Anita Garibaldi di Nervi. I ragazzi coinvolti dal progetto saranno avviati al lavoro con l’addestramento al mestiere di gelatiere e saranno avviati alla creazione di una propria impresa sociale.

DegustiBUS
Dove: Verona
Proponente: Associazione Le Fate Onlus
Chi: 4 giovani ragazzi e ragazze che hanno frequentato l’istituto alberghiero attualmente disoccupati
Cosa: Cavalca la moda dello street food, lanciando sulle vie di Verona e del vicino lago di Garda mercato un food truck che proporrà cibo etnico ma con ricette riviste in chiave locale, in modo da coniugare l’originalità del prodotto con la sostenibilità ambientale e incentivare la collaborazione con i produttori locali. «Un esempio? Il meet pie della Nigeria rivisto con verdure locali, l’impasto resta lo stesso», racconta Cristina Cominacini, di Le Fate. «L’idea è nata dalle relazioni e dal lavoro fatto negli anni passati con alcune donne immigrate, che ora saranno le insegnanti per i ragazzi che coinvolgeremo nel progetto. I ragazzi avranno già le loro competenze, perché hanno frequentato l’alberghiero, qui diamo quel tocco necessario per il nostro menù». E la sostenibilità del progetto, che era un punto chiave del bando? «Un partenariato forte, per la prima volta abbiamo coinvolto anche delle società: la Scapin, esperta in catering, che ci darà in usufrutto gratuito le cucine, sul truck scalderemo e friggeremo soltanto; un gruppo di formatori, Dream e Fornace per lo sviluppo del marchio e la promozione», spiega Cristina. Si parte a luglio.

PIADALAB – un laboratorio per l’inclusione
Dove: Forlì
Proponente: Cooperativa Sociale Paolo Babini
Chi: 6 ragazzi/e (2 durante il primo anno e 4 nel secondo), con particolare attenzione ai ragazzi/e in uscita dalle case famiglia e madri sole.Cosa: Creazione di un laboratorio per la produzione di impasti e preparati per pizza, piadina romagnola, crescioni, rotolini e piccola pasticceria, da mettere in vendita presso i punti vendita Piada52 e Caffè Terzo Tempo (a gestione diretta delle cooperative esitenti) sia per la produzione di piadine imbustate da vendere nei supermercati del territorio. L’obiettivo è creare occupazione per giovani svantaggiati e contemporaneamente promuovere logiche di consumo responsabile.

LA BOTTEGA DEI MIRACOLI
Dove: Pisa
Proponente: Associazione Italiana Persone Down (AIPD) – sezione di Pisa
Chi: 3 commessi, di cui uno con sindrome di down e 2 NEET, più due guide turistiche. La Bottega diventerà anche una sorta di laboratorio formativo stabile, dove ogni anno verranno inseriti almeno 4 giovani con sindrome di Down un tirocinio lavorativo retribuito
Cosa: Aprirà un punto vendita con doppia caratterizzazione: da un lato bottega di prodotti alimentari biologici e/o equosolidali e di prodotti non alimentari (capi d’abbigliamento, prodotti estetici, gadgets), dall’altro percorsi ad hoc per famiglie con figli disabili con apposite guide. La Bottega dei Miracoli è un progetto finalizzato a favorire l'autonomia sociale e lavorativa di giovani con Sindrome di Down.

CENTRO PER L’INFANZIA BARBALBERO
Dove: San Benedetto del Tronto (AP)
Proponente: cooperativa sociale Capitani Coraggiosi
Chi: 4 giovani del territorio
Cosa: Si ampliano gli spazi del Centro per l’Infanzia Barbalbero, una struttura per bambini di età compresa tra i 6 e i 36 mesi, in modo da passare da 13 a 30 bambini e realizzare altre attività rivolte ai bambini e ai genitori.

SHORE-TEAM: l'officina a mare
Dove: Palermo
Proponente: Associazione Apriti Cuore
Chi: l’inserimento lavorativo stabile di 3 ragazzi neomaggiorenni in uscita da percorsi di comunità o penitenziari, più formazione alla professione di ulteriori 8 giovani
Cosa: Creare una officina/veleria itinerante che offra alle imbarcazioni che lo necessitano interventi di manutenzione direttamente sul posto, un “pronto intervento” via terra che sia in grado di seguire l'itinerario delle barche. Il progetto nasce dall’esperienza maturata dall’Associazione Apriti Cuore insieme a Lisca Bianca, una realtà nata per il restauro di una imbarcazione storica.

PALERMO NON CONVENTIONAL TOUR
Dove: Palermo
Proponente: Comitato provinciale Arcigay Palermo
Chi: 3 giovani 18-29 a rischio di discriminazione per orientamento sessuale ed identità di genere, disoccupati/inoccupati
Cosa: Elaborazione, vendita e realizzazione di servizi e percorsi turistici sostenibili non convenzionali su Palermo, viaggi lenti e trekking urbano, rivolti anche a turisti LGBTI.

BIKE ECONOMY
Dove: Napoli
Proponente: Associazione Caracol
Chi: 3 giovani in condizioni svantaggiate, disoccupati, neet, immigrati
Cosa: Potenziare i servizi della “Bicycle House”, uno spazio gestito dall’Associazione Caracol presso la Galleria Principe di Napoli. «Sarà un hub, dove convoglieremo tante esperienze maturate in questi dieci anni sul territorio: un bike bar per il ciclista urbano, un bike shop dove saranno in vendita anche oggetti particolari, realizzati con parti di biciclette, come bracciali e collane fatti anche con pezzi di catena, il bike tour, con proposte per vedere Napoli e dintorni su due ruote…» racconta Remo Minopoli, presidente dell’associazione Caracol. La grande novità è bike messanger, un servizio di consegna pacchi all’interno del centro storico di Napoli, in collaborazione con Poste Nazionali.

Foto Roberto Morelli


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