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Demanio: nel 2015 risparmiati 18 milioni in locazioni passive

Parla il direttore Roberto Reggi che oggi ha presentato i dati relativi alla scorsa annualità: «Il ministro Padoan mi ricorda sempre quali sono i nostri due obiettivi: ridurre la spesa pubblica e ridurre il debito pubblico». L'intervista integrale sul prossimo numero del bookazine in distribuzione da venerdì prossimo

di Redazione

Quando lo chiama Pier Carlo Padoan, il ministro dell’Economia e delle Finanze, «mi ricorda sempre quali sono i nostri due obiettivi: ridurre la spesa pubblica e ridurre il debito pubblico», rivela a Vita.it il direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, che oggi ha presentato i risultati riferiti all’anno 2015 (vd documento in allegato). «Nel ridurre il debito noi stiamo facendo i cosiddetti federal building dappertutto: in ogni città puntiamo ad accorpare in immobili pubblici le funzioni pubbliche liberando le locazioni passive. In questo modo abbattiamo gli affitti passivi. Tenete presente che ancora oggi la pubblica amministrazione centrale paga oltre 900 milioni di euro di affitti pur potendo contare su molti immobili vuoti», aggiunge Reggi (l’intervista completa la potete leggere sul numero di maggio del bookazine in edicola e nelle librerie Mondadori da venerdì http://bookazine.vita.it/)

Ma veniamo ai dati 2015 (in foto il faro di Punta del Giglio nell'isola toscana omonima). Il patrimonio immobiliare dello Stato mostra un andamento che segna un aumento del suo valore complessivo rispetto a una consistente diminuzione del numero dei beni che lo compongono, in un’ottica di progressiva ottimizzazione del portafoglio, quindi meno immobili ma di maggior pregio. Questo grazie anche all’efficacia dei processi di razionalizzazione in corso, alle operazioni di vendita e ai trasferimenti dei beni agli Enti locali con la procedura del federalismo demaniale. Al 31 dicembre 2015 i beni in gestione all’Agenzia del Demanio sono 45.397 per un valore di oltre 59 mld €, così distribuito: 85% in uso governativo, 5% demanio storico artistico, 6% patrimonio indisponibile, 4% patrimonio disponibile.

La quota degli immobili in uso governativo aumenta per effetto della chiusura di numerosi contratti di affitto passivo e, conseguentemente, del maggior numero di metri quadrati di immobili di proprietà dello Stato occupati dalle pubbliche amministrazioni, con evidenti benefici in termini di riduzione della spesa. I risparmi sulle locazioni passive ammontano a 18 mln €/annui nel 2015 e, complessivamente, a 73 mln €/annui negli ultimi 5 anni. Ulteriori risparmi sono previsti nei prossimi anni grazie al progetto Federal Building che prevede di concentrare in uno o più immobili di proprietà pubblica sedi di Amministrazioni dello Stato o di Enti pubblici, garantendo così un risparmio sui costi di affitto e un servizio più efficiente ai cittadini. In particolare, soltanto le 9 iniziative già avviate nelle città di Chieti, Milano, Firenze, Roma, Sassari, Cagliari, Aosta e Potenza, porteranno dal 2020 ad ulteriori risparmi di spesa per circa 27,7 mln € annui.

Nel periodo 2011-2015 le vendite dei beni dello Stato hanno raggiunto i 568 mln € tra operazioni ordinarie e straordinarie, con un forte incremento nel biennio 2013-2014 a seguito delle manovre condotte con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti. A queste nel quinquennio si aggiungono vendite di beni di altri Enti Pubblici per 4.667 mln €.

Il federalismo demaniale nell’ultimo anno ha fatto registrare una forte accelerazione nel passaggio dei beni agli Enti territoriali, arrivando a coprire circa il 60% dei trasferimenti richiesti, per un valore totale di 886,6 mln €. Per quanto riguarda il federalismo demaniale culturale, quindi il passaggio di beni di interesse storico-artistico, al 31 dicembre 2015 risultano trasferiti 67 immobili per un valore di 367,2 mln € circa.

Per le valorizzazioni in concessione, il 2015 è stato l’anno di Valore Paese Fari, progetto che coinvolge 11 fari, 7 gestiti dall’Agenzia del Demanio e 4 dal Ministero della Difesa, in location suggestive lungo le coste italiane che saranno affidati a privati partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile, in grado di conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico. Attualmente è in corso la fase conclusiva del bando di gara con l’esame delle 39 offerte pervenute


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