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Asgi: Tutti i Comuni devono aprire progetti Sprar, è scritto nella Costituzione

Paolo Bonetti, avvocato dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione e docente universitario: "Lo dice l'articolo 118, rientra nelle funzioni amministrative municipali. Il ministero deve insistere su questo, perché la qualità dell'accoglienza è alta solo dove viene gestita bene e direttamente, non lasciata completamente ad altri e spesso alla malagestione come sta avvenendo per i Cas, Centri di accoglienza straordinaria". Per quanto riguarda il Piano di accoglienza 2016, "così com'è, sottostima gli arrivi e non esce dalla logica dell'emergenza"

di Redazione

"La vera emergenza siamo noi, il nostro modo di gestire l'accoglienza dei migranti. Perché se non ci attrezziamo a preparare un sistema d'accoglienza strutturale, dato che i numeri sono tali e ogni previsione al ribasso parte da una visione zoppa o comunque poco lungimirante, non usciremo mai dai problemi attuali". Paolo Bonetti, docente di Diritto costituzionale all'università Bicocca di Milano, non usa mezzi termini nell'indicare il cuore della questione quando si vuole scavare dentro le difficoltà dell'attuale gestione dei richiedenti asilo sul territorio italiano, arrivati a 80mila ma in procinto di superare quota 100mila entro i prossimi mesi dati i nuovi arrivi e le lungaggini nell'attesa della risposta alla domanda di protezione internazionale.

"Siamo un punto di passaggio e lo saremo sempre, non siamo l'Islanda che è circondata dal mare, ha come vicino la Groenlandia e può concedersi politiche migratorie del tutto diverse", sottolinea Bonetti, "noi dobbiamo invertire le cifre che vedono oggi il 30% dei migranti accolti in un sistema serio come quello dello Sprar, Servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati e il 70% invece nei Cas, Centri di accoglienza straordinaria attivati dai Prefetti, che sono concepiti come luoghi temporanei ma di fatto ospitano le persone anche per più di un anno, andando contro alle direttive europee".

Il problema, secondo il docente, socio di rete Asgi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione, è "la sottostima dei posti da preparare per gli arrivi, che il Piano nazionale accoglienza 2016 (in allegato in coda) prevede essere circa 170mila, in linea con lo scorso anno, ma che non incide in profondità sulla capienza complessiva delle strutture di accoglienza, di fatto facendo presupporre un'ulteriore aumento dei posti da recuperare in nuovi Cas, centri che dovrebbero essere attivi in modo temporaneo e solo per casi eccezionali, al di là di quanto indicato pubblicamente dalle stesse figure istituzionali coinvolte". Centri da recuperare sul territorio come fatto finora, anche tra "semplici privati, strutture ricettive, comunque gestiti da operatori senza professionalità, con il risultato del protrarsi di una pratica del tutto discriminatoria: a seconda del centro in cui il richiedente asilo è accolto potrà ricevere un trattamento più o meno rispettoso degli standard minimi previsti", dalle norme Ue sull'accoglienza.

La soluzione? "Potenziare il sistema Sprar sia triplicandone il numero di posti – ne servono 95mila in più – sia facendolo diventare obbligatorio per tutti i Comuni e non lasciandolo alla volonta del singolo ente: del resto, è scritto nella Costituzione, all'articolo 118, che le funzioni amministrative spettano a tutti i Comuni", rileva Bonetti. "Oggi sono 800 le amministrazioni che hanno presentato progetti Sprar, su 8300 totali, ovvero meno del 10%. Ma l'accoglienza rientra tra le funzioni amministrative e quindi va fatta, lo Stato deve imporla, anche perché ogni personalità politica giura sulla Costituzione. E "deve imporla", continua il docente, "finanziandola integralmente come prevede la stessa Costituzione all'articolo 119, e anche se da poco è passato dall'80% al 95% il finanziamento statale dei progetti Sprar, bisogna arrivare al 100% e all'obbligatorietà per tutti i Comuni con quote sulla base della loro popolazione e con esenzioni solo per particolari situazioni territoriali". Con la conseguenza "che non ci saranno aggravi sui bilanci comunali ma che tutti si dovranno aderire allo Sprar".

Oggi, invece, "siamo di fronte a un paradosso: ai Comuni che non accettano di presentare progetti di strutture di accoglienza all'interno dello Sprar arrivano comunque persone richiedenti asilo ospitati in Cas calati dall'alto, decisi dalle Prefetture in accordo con i gestori privati. Questo fa danno a tutti, e verrebbe evitato se il Comune si mettesse in gioco da protagonista", Come capofila di progetti Sprar, appunto.


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