Solidarietà & Volontariato

“Altrove”, uno sguardo oltre la sindrome di Down

Premiato al Bluenose-Ability Festival di Halifax in Canada, il corto sarà in anteprima nazionale a Milano il 17 maggio. Protagonista del film Simone, 24enne milanese. Scritto da Mauro Melgrati e diretto da Cesare Cicardini il documentario racconta in agrodolce il mondo visto con gli occhi di Simone: «Anche se sono Down sono anche altre cose». A promuoverlo Sottosopra onlus, con Coordown e Agpd

di Antonietta Nembri

C’è un “altrove” per tutti. Un luogo in cui mostrarsi e raccontarsi. E per Simone, questo altrove è stata Malta. Il posto in cui sperimentare la propria indipendenza e allo stesso tempo riaffermare la propria originalità perché, come racconta lui stesso: «Sott’acqua non si sentono i rumori del mondo. E io non mi sento più diverso. Anche se sono Down sono anche altre cose».

Lui è Simone Brescianini, 24 anni, milanese con un lavoro fisso e tanta voglia di vivere e raccontarsi. E il suo racconto si dipana in un docufilm intitolato proprio “Altrove – Elsewhere” che si apre con quello che può essere definito un vero e proprio pugno nello stomaco: un vaffaculo rivolto a quanti per strada lo guardano anzi lo fissano e lo giudicano proprio perché ha la sindrome di Down «Io cammino per strada e la gente mi fissa e mi viene un vaffanculo».

Il corto sarà presentato in anteprima a Milano (CineTeatro San Carlo – MiMat, ore 20) martedì 17 maggio dall’associazione Sottosopra onlus. Lo scorso anno il docu-film è stato premiato al Bluenose- Ability film festival di Halifax (Canada) nella categoria “International Short Film” e selezionato per il “Together! 2015 Disability Flm Festival” di Londra e al “We Care Film Festival” di Nuova Delhi, nell'aprile di quest’anno invece è stato selezionato per il Valletta Film Festival di Malta.

Il film lungo 18 minuti e diretto dal regista Cesare Cicardini, nasce da un’idea di Mauro Melgrati. «Simone è mio cugino e abbiamo sempre avuto un bel rapporto», racconta. «A Natale ci siamo visti e mi ha detto di voler venire a Malta, dove vivo da un paio di anni, a trovarmi. Lui è sempre stato indipendente». Mauro Melgrati però non ha voluto fermarsi a questo, «mi sono detto: devo fare qualcosa per Simone e per questo motivo mi sono messo a scrivere un soggetto. L’ho proposto a Cesare Cicardini (registra e fotografo milanese), abbiamo messo insieme una sceneggiatura e abbiamo cercato degli sponsor».

Nella presentazione del corto si sottolinea come il filmato voglia essere qualcosa più di un road trip all’estero, un’avventura on the road con protagonisti due cugini che sono anche amici, quello che emerge è un viaggio intimo, libero e personale di un giovane che non si tira indietro, ma che vuol continuare a lottare per trovare il suo posto nel mondo. È un viaggio oltre confine, ma allo stesso tempo un percorso fuori da quel confine marcato dalle parole sindrome di down.

«Ho voluto dare voce a Simone, ci sono momenti comici e riflessioni, io ho scelto i posti a Malta, ma all’inizio non sapevamo che cosa sarebbe uscito e nel film alla fine si trovano tutte le tematiche che Simone ama: dal cibo alla musica, al ballo. Abbiamo scelto di usare le sue riflessioni: l’80% di quello che c’è nel film è tutta farina del suo sacco, noi poi abbiamo aggiunto le musiche». Nel film c’è anche Mauro «ma io sono solo d’appoggio».

«L’obiettivo di Altrove è quello di offrire un nuovo punto di vista sulla sindrome di Down, tralasciando i pietismi, mantenendo una narrazione leggera e divertente» continua Melgrati. «La mia più grande soddisfazione è aver dato modo a Simone di raccontarsi e raccontare e tutti noi come lui interpreta la vita».

"Altrove – Elsewhere" è stato realizzato con il patrocinio di CoorDown e il sostegno di Agpd (Associazione genitori di persone con la sindrome di Down) realtà che ha seguito la crescita di Simone e gli ha permesso di raggiungere una maggiore consapevolezza di se stesso.

Il presidente nazionale di CoordDown, Sergio Silvestre spiegando la ragione del sostegno al progetto sottoliena il fatto che «utilizza un linguaggio narrativo senza pietismi, coerente con il nostro modo di fare cultura della diversità e di raccontare i temi che ci stanno a cuore, in linea con la comunicazione che CoorDown ha costruito in questi ultimi anni attraverso le sue campagne istituzionali».


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