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Com’è nato l’Erasmus?

4 milioni di universitari. 4mila gli atenei. Con questi numeri l'Erasmus dal 1987 ha trasformato il percorso di formazione degli studenti europei. Ad inventarlo Sofia Corradi che oggi riceve il premio Carlo V per il contributo alla costruzione europea. «Il progetto è stato una sorta di riscatto. Sono stata umiliata quando ero ancora una studentessa»

di Anna Spena

Oggi è il valore aggiunto di ogni percorso universitario. Eppure ci sono voluti 18 anni prima che “la sua mamma”, la “mamma dell’Erasmus” riuscisse a trasformare il suo progetto in realtà. Sofia Corradi oggi ha 82 anni ma lo ribadisce sempre che l’European Region Action Scheme for the Mobility of University – il programma di mobilità studentesca dell’Unione Europea è nato da un’umiliazione che ha subito quando era ancora una studentessa.

«Tutto è nato come una sorta di riscatto. Sono stata umiliata perché dopo la laurea in giurisprudenza ho ottenuto una borsa di studio Fulbright finanziata con la vendita all’asta dei residui bellici della II Guerra Mondiale. Ho trascorso un anno intero alla Columbia University di New York. Ma una volta tornata in Italia la segreteria dell’Ateneo non ha voluto convalidare i miei esami».

Era il 1958 e per 18 anni la Corradi ha inviato lettere a rettori, docenti, politici ed europarlamentari senza mai ricevere risposta. Ma nel 1987 finalmente il riscatto: l’Erasmus è una realtà; un programma di grade successo che per il settennio 2014-2020 ha ricevuto 125 miliardi di euro e che dal 2014 è stato potenziato con una versione Plus. «Quando illustravo la mia idea tanti mi chiedevano a cosa serviva mandare gli studenti in Germania ad inseguire le ragazze bionde», dice Sofia Corradi. «Io spiegavo che in Italia potevano inseguire le brune. Non era quello il problema. Se uno non aveva voglia di studiare non avrebbe dato esami». Qualcuno ha proposto di rendere l’Erasmus obbligatorio per tutti. «Ma io non sono d’accordo», continua la Corradi. «Dovrebbe avere una diffusione maggiore; ma è giusto che sia scelto solo da chi è realmente motivato».

Oggi Sofia Corradi riceve il premio Carlo V, arrivato alla decima edizione, che viene conferito a persone che con il loro impegno contribuiscono a diffondere i valori culturali che favoriscono il processo di unificazione dell’Europa. Il Premio sarà consegnato nel monastero di Yuste a Caceres, in Estremadura, Spagna, alla presenza del re di Spagna, Filippo VI, di Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo.


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