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I presidenti Fict riuniti per costruire insieme il futuro

La Federazione italiana comunità terapeutiche organizza a Roma un incontro con i presidenti e gli operatori dei 40 centri federati. Martedì 10 e mercoledì 11 maggio ci sarà la possibilità di un confronto con Patrizia de Rose e monsignor Galantino

di Redazione

È con l’obiettivo di costruire insieme il futuro che martedì 10 e mercoledì 10 maggio, la Fict – federazione italiana comunità terapeutiche organizza un incontro con i presidenti e gli operatori dei 40 centri Fict. Nella sede dell’Unicef a Roma è in programma un momento di confronto e condivisione per ragionare insieme su diversi temi, un'opportunità in cui tutte le realtà territoriali della federazione rifletteranno sulle dipendenze ma anche sulle povertà, sugli emarginati, sulle nuove emergenze che il territorio mette in luce. (in allegato il programma)

«La "Rete si apre" per valutare in modo critico ed evolutivo il proprio modello, il sistema e l'identità ponendo sempre al centro la persona», dichiara Luciano Squillaci – presidente della Fict. «In Italia l’interesse per le dipendenze è ormai ridotto ai pochi addetti ai lavori, e il dibattito si accende ormai solo in occasione di fatti di cronaca eclatanti. Tutto ciò mentre quello che un tempo era un sistema di prevenzione, cura e riabilitazione preso a modello da diversi stati esteri, si sta via via riducendo ad una quotidiana lotta per la sopravvivenza dei servizi essenziali di assistenza». Ma se il sistema sanitario latita, purtroppo non va meglio sotto il profilo delle politiche sociali. «La Legge 328/00 (legge quadro sull'assistenza per un sistema integrato di interventi e servizi sociali), che a suo tempo fu salutata come l’innovazione più importante del nostro sistema di welfare», continua il presidente della Fict, «è oggi posta pesantemente in discussione, al di là della sua effettiva e concreta applicazione sui territori, da un costante disimpegno economico e progettuale. Oggi non vengono più pianificati gli interventi in funzione dei bisogni dei cittadini, vengono programmati servizi in funzione delle sempre minori risorse disponibili! Un mondo in continua evoluzione, con un disagio crescente da parte delle fasce più deboli ed emergenze sempre nuove, rispetto alle quali i Centri della Federazione, con i loro oltre 600 servizi sui territori, tentano quotidianamente di dare risposta, al di là ed oltre le dipendenze. Siano essi immigrati, richiedenti asilo, persone con disabilità mentale, minori, povertà estreme, ponendo comunque sempre al centro la persona. La Federazione è chiamata ad essere presente e propositiva, perché non è possibile accettare supinamente questa novella Sparta».

Squillaci continua: «Siamo convinti che le nostre realtà, e la stessa Federazione, non può limitarsi ad un atteggiamento “adattivo” di fronte agli sviluppi futuri, ma deve necessariamente tentare di orientarli in direzione dei bisogni delle persone più fragili. Pertanto, facendo tesoro del lavoro sin qui svolto, proveremo a sviluppare l’azione della Federazione su tre assi fondamentali, rispetto ai quali in questo incontro con i presidenti della Federazione, ma anche con Patrizia De Rose (DPA) e Monsignor Nunzio Galantino (Segreterio Cei) avremo modo di confrontarci: 1. La rappresentanza dei Centri sullo scenario nazionale 2. L'identità riconosciuta nei valori di Progetto Uomo 3. Innovazione progettuale e metodologica: strategia di crescita e innovazione necessaria a rispondere ai bisogni emergenti e all'evoluzione del contesto territoriale e sociale».

IL presidente Fict conclude sottolineando quanto «La capacità professionale deve essere accompagnata da un'identità forte di "senso", ma sottovalutare la prima significa non fare un buon servizio»

In apertura foto di Getty Images


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