Attivismo civico & Terzo settore

Azzardo Italia: gioco delle tre carte del Governo o guerra di tutti contro tutti?

"Ridurremo del 30% le slot sul territorio" afferma in ogni occasione utile il sottosegretario Baretta, che aggiunge: "porteremo il parco macchine da 340mila a 260mila". Nel frattempo le macchinette presenti sul territorio sono diventate 418.200 e rimarranno tali per tutto il 2017. Una circolare inviata nei giorni scorsi dai Monopoli ai Concessionari di Stato fa scoppiare un caso

di Marco Dotti

"Ridurremo del 30% le slot sul territorio" afferma ad ogni occasione utile il sottosegretario Baretta, che aggiunge: "porteremo il parco macchine da 340mila a 260mila". Nel frattempo le macchinette presenti sul territorio sono diventate 418.200 e rimarranno tali almeno per tutto il 2017.

La Legge di Stabilità 2016 parlava chiaro: vanno ridotte del 30% entro tre anni. Oggetto? Proprio le più di 300mila macchinette presenti in ogni dove e sparse per il territorio italiano, nel frattempo – in virtù dell'effetto annuncio – diventate 40mila in più. Dalle parole ai fatti, si era detto. Ma sono proprio i fatti a mancare.

Azzardo: un sistema che divora se stesso

Questa eterna melina rischia di trascinare con sé quanto di buono sembrava esserci in Stabilità. Anche perché, del previsto divieto di pubblicità si sono nel frattempo perse le tracce e la partita vera sembra più una lotta fratricida fra (ex) grandi Sorelle, desiderose di guadagnare fette di mercato a discapito l'una dell'altra. Che oramai il mercato sia saturo, l'hanno capito anche loro. La tendenza è, dunque, quella oligopolistica: concentrare tutto nelle mani di pochi. Funzionerà?

Resta da chiedersi a chi giova allora l'eterna palla al centro ministeriale che, al di là dell'effetto annuncio, non sembra decisamente in linea col decisionismo renziano. Forse a nessuno. Ma in questo vuoto, come sempre, ci si può infilare di tutto.

Forse, anziché tra Governo e Paese, la guerra stavolta è tutta interna al sistema-gioco: a certi Concessionari poco importa, infatti, il tetto massimo di macchine, conta poter produrre le "nuove slot da remoto" previste dalla stessa Legge di Stabilità 2016 e divorarsi il mercato. Pesa anche la delusione per il numero di nulla osta. Insomma: volano polpette avvelenate.

Una circolare può cambiare tutto?

Accade così che a sollevare il polverone, sviando da questioni forse più decisive, sia una circolare inviata nei giorni scorsi dai Monopoli ai Concessionari di Stato fa scoppiare una caso. "Circolare beffa" titolava ad esempio ieri il Corriere della Sera. Sparando nel mucchio, in tema d'azzardo, ci si becca sempre o quasi. Ma talvolta è bene andare a fondo. Così, Vita ha avuto modo di visionare la circolare "incriminata". Nel frattempo, mentre le circolari com'è nella loro natura circolano, a mancare sono i dati organici del settore. In questo articolo ne troverete alcuni, desunti da fonti ufficiali.

Torniamo alla circolare inviata dai Monopoli: è relativa all'articolo 1, comma 922, della Stabilità 2016. E che cosa dice questo articolo 1 comma 922? Dice che a decorrere dal 1º gennaio 2016 è precluso il rilascio di nulla osta per gli apparecchi da gioco "che non siano sostitutivi di nulla osta di apparecchi in esercizio". Dal 30 aprile scorso, in sostanza, è entrata in vigore la nuova procedura per il rilascio dei nulla osta di esercizio delle new slot in sostituzione a quella straordinaria introdotta lo scorso gennaio dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a titolo provvisorio per agevolare il ricambio degli apparecchi con nuovo payout.

A molti è sembrato che venisse così posticipata la data dal 31 luglio al 31 dicembre e, in conseguenza dell'aumento, si spostasse il tetto del numero di slot machine operative su cui applicare la riduzione del 30% prevista dal 2017. Stessero davero così le cose, non ci sarebbe nei fatti alcuna riduzione e i Monopoli vanificherebbero ogni tentativo, seppur timido, di correre ai ripari da parte del Governo.

Abbiamo avuto modo di consultare la circolare che ha suscitato scandalo e, al netto del burocratese che nemmeno con un interprete riusciremmo a decifrare, sembra che le cose non stiano in questo modo. Potremmo sbagliarci, ma andando alle carte ci sembra che quelle carte non contraddicano – non più dell'inerzia di certi presunti mediatori – quel poco di buono che c'è in Stabilità. Si tratta, casomai, di dar corso a quel poco, con decreti attuativi che, a oggi, mancano.

Legge di Stabilità e slot: parole o fatti?

La Legge di Stabilità 2016 ha nell'immediato gettato nel panico il sistema, che oggi sta prendendo le proprie contromisure. O meglio, ognuno le prende per sé: concessionari contro gestori, gestori concessionari, produttori contro importatori di macchinette. Una selva.

Andiamo con ordine e rivediamo che cosa prevedono (o prevedevano le norme, chissà):

  1. una riduzione "almeno del 30%" del numero di slot presenti sul territorio italiano in data 31 luglio 2015. Questa riduzione, però, dovrebbe avvenire a partire dal 2017;
  2. a partire dal 1 gennaio 2016 non è più possibile chiedere nulla osta per nuove macchinette. Questo ha portato a un boom di richieste che, al 31 dicembre scorso, ha portato a un incremento delle slot in Italia, cresciute fino a toccare il numero record di 418.200;
  3. a partire dal 2017 – e qui, attenzione, perché sta il vero nodo critico di tutta la questione – dovrebbero entrare in vigore delle macchine controllate da remoto. Che cosa siano, di che cosa si tratti e che caratteristiche avranno nessuno l'ha capito.

Quante sono le slot sul territorio?

5 aprile scorso, convocato in audizione dalla "Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere", il vicedirettore dell'Area Monopoli dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Alessandro Aronica precisava (pagina 13 del resoconto stenografico):

C'è stato qualche elemento di dibattito sui quotidiani con riferimento al numero degli apparecchi, perché il numero dei nulla osta richiesti dai concessionari è molto salito in prossimità della fine dell'anno, portando il numero a quasi 420.000 (418.000). In realtà, è bene specificare che in legge di stabilità è stata fissata una data, il luglio del 2015. A quella data gli apparecchi erano circa 370.000. La riduzione che la legge di stabilità ha previsto di almeno il 30 per cento è riferita a quel numero di apparecchi e non agli apparecchi alla fine dell'anno. Il punto di riferimento è, quindi, fissato dalla norma ed è un numero ormai stabilito. Questa è una crescita che non potrà essere utilizzata al fine di contenere gli effetti della manovra restrittiva che è stata introdotta con la legge di stabilità.

Alessandro Aronica, Agenzia Dogane e Monopoli

Il numero delle slot in esercizio al 31 luglio 2015 risulta

Il giorno prima delle parole di Aronica, lo stesso sottosegretario Baretta si era espresso così:

Ridurremo del 30% il numero di slot presenti su tutto il territorio, passando dalla circa 340mila censite al 31 luglio 2015 a circa 260mila.

Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia,

Il malcontento dei Concessionari

Proprio ieri, d'altronde, in base alle nuove regole della Stabilità 2016, sono stati messi a disposizione dei 13 Concessionari 2340 i nulla osta di esercizio per macchinette. "Pochi", ha commentato qualcuno. Che subito ha espresso il proprio malcontento. Ricordiamo che, per essere messa in funzione, ogni macchinetta deve essere dotata di un nulla osta di distribuzione che indica il costruttore della macchina, di un attestato di conformità del software alla legge e di un ​attestato di esercizio.

Non esistono "regolamenti tecnici"

Che una circolare dei Monopoli possa solverare tutto questo polverone è, però, indicativo di un vuoto di potere sull'azzardo. Un vuoto di potere a cui con la stessa Legge di Stabilità 2016 si era tentato di porre rimedio. Senza esiti.

La prima stesura dell'articolo 69, comma 9 della Legge di Stabilità del 2016, sostituendo una disposizione di legge del 2001, avrebbe infatti dovuto mettere fine alla logica dei decreti direttoriali che conferiscono un potere fuori da ogni logica all'Agenzia dei Monopoli e alimentano, da sempre, vere ombre e velati sospetti. La norma non passò per la ferma opposizione di alcuni degli attori in gioco. Chi? Tutto è negli stenografici della Camera. Ai lettori la risposta e la ricerca, se hanno tempo e voglia.

Noi, su Vita, l'11 dicembre scorso, commentando il salvataggio in corner dei Monopoli, scrivevamo: "Chi conosce anche solo superficialmente il settore, sa che in questo ambito i decisori fanno spesso scudo alle loro decisioni col paravento dell' "approvazione di mere modalità tecniche". In realtà, nulla è più politico di ciò che non ama definirsi tale". Chissà.


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