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Guzzetti: così le fondazioni collaborano al Piano contro la povertà educativa

Appunti dall'intervento di Giuseppe Guzzetti presidente Acri in occasione della presentazione del Piano per combattere la povertà educativa dei minori che vede le Fondazioni d'origine bancaria insieme a Governo e Terzo settore

di Redazione

Stiamo sviluppando una forma autenticamente innovativa di intervento, che fa perno sul coinvolgimento di una pluralità di soggetti, i quali in maniera efficace, perché sinergica, lavoreranno al raggiungimento di un comune obiettivo, quello di offrire a tutti i bambini pari opportunità di crescita. Un’indagine condotta dalla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza nel 2014 evidenzia, infatti, che la povertà materiale è spesso causa di povertà educativa e che quest’ultima, a sua volta, può originare nuova povertà materiale, in un circolo vizioso che è necessario interrompere.

Ed è necessario farlo non solo perché ogni vita è preziosa, ma anche perché ognuno di noi deve poter essere una risorsa per la collettività. Senz’altro, come recita la Costituzione, la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ma certo la società civile – e in particolare i suoi corpi intermedi, quali sono le Fondazioni di origine bancaria e le altre organizzazioni del privato sociale – non può essere estranea a questo processo, lavorando insieme soprattutto là dove è necessario compensare situazioni di squilibrio e di disuguaglianza con un impegno diretto, circoscritto e puntuale.

Insieme al mondo del volontariato, del terzo settore e alla Fondazione con il Sud, le Fondazioni di origine bancaria partecipano con risorse, competenze ed esperienza al grande piano di contrasto alla povertà nel nostro Paese messo a punto dal Governo con la Legge di Stabilità per il 2016, contribuendo a dare, così, sempre più sostanza all’articolo 3 della nostra Costituzione in base al quale “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Occuparsi delle difficoltà dei minori e della loro educazione, aiutarli ad acquisire quelli che sono gli strumenti fondamentali per costruire la loro vita, significa occuparsi di chi ha il diritto ad un aiuto, ma vuol dire anche occuparsi del futuro del Paese. Per questo ringrazio il Governo di averci messo nella condizione di rafforzare quanto già facciamo a favore delle giovani generazioni.

Due anni fa la Legge di stabilità per il 2015 introduceva un ulteriore appesantimento della pressione fiscale sulle Fondazioni, passando dai 100 milioni di euro di carico fiscale complessivo nel 2011 ai 170 del 2012 e del 2013 per arrivare ai 424 milioni di euro pagati dalle Fondazioni nel 2014. Un inasprimento incomprensibile e inaccettabile – ci lamentammo – perché ogni euro dato al fisco è un euro sottratto alla nostra attività per il sociale.

Per quest’anno e i prossimi due, invece, un dialogo positivo con il Governo – con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan – ha portato a definire un piano di detrazioni fiscali, che si concretizzeranno in crediti di imposta, per le erogazioni che nel 2016, 2017 e 2018 le Fondazioni faranno per alimentare un Fondo finalizzato a contrastare la povertà minorile, in particolare quegli ostacoli che frenano o impediscono la loro crescita educativa.

Quest’iniziativa, sancita nell’ambito della Legge di Stabilità 2016, è un fatto di grande civiltà per il nostro Paese, al quale ci siamo dichiarati subito orgogliosi e pronti ad aderire, impegnandoci a finanziarla con circa 120 milioni di euro all’anno (le detrazioni saranno pari al 75%), secondo un protocollo definito e concordato con il Governo, grazie all’attenzione puntuale e assidua, oltre che alla perizia, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Tommaso Nannici, che qui desidero pubblicamente ringraziare.

Questa scelta fiscale del Governo ci aiuta in tal senso e rappresenta un importante riconoscimento del ruolo delle Fondazioni, che per la prima volta, a livello nazionale, vengono considerate non per il loro ruolo di investitori, bensì per la loro attività filantropica di carattere sociale, con particolare attenzione alla povertà minorile, anche formativa ed educativa, che molto spesso, specie nelle periferie urbane, si configura come abbandono scolastico o discriminazione nell’accesso al sistema educativo.

La definizione delle modalità operative del Fondo è demandata a un apposito Protocollo tra le Fondazioni, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali firmato nei giorni scorsi, nel quale sono individuate le caratteristiche dei progetti da finanziare, le modalità di valutazione e selezione, anche con il ricorso a valutatori indipendenti, e di monitoraggio, al fine di assicurare la trasparenza nonché il migliore utilizzo delle risorse e l’efficacia degli interventi.

Valutiamo come un ulteriore riconoscimento al ruolo sociale che le Fondazioni svolgono nel Paese, e alla qualità e trasparenza con cui lo esercitano, l’aver voluto assegnare ad Acri, la loro Associazione di rappresentanza collettiva, la responsabilità della scelta del soggetto attuatore dell’iniziativa, che si prevede sarà la Fondazione con il Sud, nata nel 2006, come molti sanno, dall’impegno congiunto dell’Acri e del Forum del Terzo Settore.

Inoltre il Protocollo prevede che il Fondo sia intestato ad Acri, a cui ne è affidata la gestione amministrativa. La governance del Fondo, invece, è affidata a un Comitato di indirizzo strategico composto pariteticamente da rappresentanti di espressione governativa, rappresentanti delle Fondazioni e rappresentanti del terzo settore, che hanno il compito e la responsabilità di dettare i principi e i criteri direttivi in tema di ambiti di intervento, strumenti operativi, processo di valutazione/selezione/monitoraggio dei progetti finanziati: progetti che saranno scelti mediante bandi nazionali, peraltro con quote minime a livello regionale. Destinatari dei bandi sono le organizzazioni del terzo settore, cui si aggiungono gli istituti scolastici, che potranno presentare progetti in partnership con altre organizzazioni, con una conseguente opportunità di arricchimento e ampliamento delle sperimentazioni.


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