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Papa Francesco: «Sfruttare il lavoro nero è peccato mortale»

Nell’omelia di questa mattina nella chiesa di Santa Marta il Papa torna a parlare di lavoro. E lo fa senza fare sconti a chi lo sfrutta: «Chi accumula ricchezze con sfruttamento, lavoro in nero, contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente»

di Anna Spena

Durante l’omelia della messa di questa mattina a Santa Marta, Papa Francesco ha parlato chiaro e non ha fatto sconti a chi sfrutta il lavoro nero: «Chi accumula ricchezze con sfruttamento, lavoro in nero, contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente. Lo sfruttamento del lavoro, nuova schiavitù, è un peccato mortale».

«Le ricchezze in se stesse sono buone, ma sono relative. Vanno messe al giusto posto». Poi ha aggiunto «non si può vivere per le ricchezze. È più importante un bicchier d'acqua nel nome di Gesù che tutte le ricchezze accumulate con lo sfruttamento della gente».

Poi si è soffermato sul denaro. «Il denaro», ha infatti aggiunto, «non deve diventare il principio guida delle nostre scelte; perché può diventare una catena che toglie la libertà di seguire Gesù».

Il discorso si è poi spostato sui migranti. «Non prevalgano malintesi e paure. Il momento presente ci chiama ad assisterli». Si è rivolto ai cittadini e li ha invitati a diventare «artigiani di pace anche se molte persone tendono ad isolarsi di fronte alla durezza della realtà perché hanno paura del terrorismo o temono che il crescente afflusso di migranti cambi radicalmente la loro cultura, la loro stabilità economica e il loro stile di vita. Questi timori devono essere affrontati con saggezza e compassione, così che i diritti e i bisogni di tutti vengano rispettati e sostenuti»


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