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2 per mille, cos’è e a chi destinarlo (in 10 punti)

Da quest’anno alla dichiarazione dei redditi, insieme ai già noti 5 e 8 per mille e 2 per mille ai partiti, si aggiunge un altro 2 per mille: quello da devolvere alle realtà non profit impegnate nella valorizzazione e nella promozione della cultura. Ma come funziona? Eccolo spiegato in 10 punti con l’elenco delle 1300 realtà che si sono accreditate

di Anna Spena e Redazione

È la fotografia sorprendente di quanto sia variegata e vitale in Italia la cultura dal basso. Ecco gli elenchi delle Associazioni che si sono candidate al 2 per mille dell’Irpef che per la prima volta i contribuenti italiani possono devolvere alle realtà non profit impegnate a diverso titolo nella valorizzazione e nella promozione della cultura (non è ovviamente alternativa al 5 per mille, ma va ad aggiungersi al 5 per mille).

L’adesione è stata molto positiva: sono poco più di 1300 le realtà presenti nell’elenco. È universo di realtà piccole caratterizzate da un presidio dei propri territori. Dagli elenchi erano escluse infatti le fondazioni, che in alcuni casi sono potute rientrare grazie alle associazioni “degli amici”, com’è il caso dei musei milanesi Brera, Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi e della Raccolta Bertarelli. Tra le altri grandi sigle, c’è il Touring club, ci sono le Acli, a vario titolo (Centro turistico acli, Unione sportiva Acli, Acli arti e spettacolo). Massiccia anche la presenza di circoli Arci.

Ma…

1 Quanto costa?
Nulla. Il 2 per mille, così come gli altri “per mille”, destina una quota dell’ imposta sul reddito che comunque avrebbe dovuto versare nelle casse pubbliche.

2 Come si versa?
Compilando la dichiarazione dei redditi basta indicare il codice fiscale dell’associazione prescelta.

3 Posso versare se non faccio la dichiarazione dei redditi?
Sì. I contribuenti che sono esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi possono versare il due per mille mediante la compilazione di un’apposita scheda approvata dall’Agenzia delle Entrate e allegata ai modelli di dichiarazione.

4 Dove trovo l’elenco dei beneficiari?
Gli enti accreditati sono poco più di 1.300, eccoli.

5 Cosa succede se indico un codice fiscale errato?
Gli importi relativi alle scelte prive di indicazione del codice fiscale o con un’indicazione errata o riferibile ad un soggetto non inserito negli elenchi, verranno ripartiti in proporzione al numero complessivo delle scelte ottenute da ciascuna associazione con indicazione del codice fiscale.

6 Se verso il 2 per mille ai partiti lo posso versare anche alla cultura?
Assolutamente sì. Otto, cinque e i due per mille (politica e cultura) non sono alternativi fra loro. L’opzione per uno, non preclude quella per l’altro.

7 Quanti beneficiari posso indicare?
Uno e uno soltanto, pena la nullità della scelta fatta.

8 Gli enti beneficiari devono rendicontare l’utilizzo dei fondi ottenuti?
Sì. Entro un anno dalla ricezione degli importi i beneficiari sono tenuti a redigere un apposito e separato rendiconto dal quale risulti, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente la destinazione delle somme ad essi attribuite. L’amministrazione competente è il ministero dei Beni culturali

9 Fra gli enti beneficiari ci sono anche Fondazioni?
No. Le Fondazioni sono state escluse dagli elenchi. in alcuni casi però sono potute rientrare grazie alle associazioni “degli amici”, com’è il caso dei musei milanesi Brera, Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi e della Raccolta Bertarelli.

10 Quali sono le norme di riferimento?
Il Dpcm 21 marzo 2016 (Disciplina dei criteri per la destinazione del due per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di associazioni culturali) e l’articolo 1 della legge 208 del 28/12/2015 (legge di Stabilità 2016)


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