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Donetsk festeggia la sua indipendenza

L’11 maggio a Donetsk, c’è stata la festa della Repubblica. L’autoproclamatasi Repubblica Popolare di Donetsk (DNR) ha festeggiato i due anni dal referendum che nel maggio del 2014 sancì unilateralmente la sua indipendenza da Kiev

di Redazione

Nel febbraio di due anni fa in seguito alla sommossa ormai definita di “Maidan”, a colpi di molotv, a Kiev, s’instaurava un novo potere. Un potere che da subito rese palese quali sarebbero stati i suoi orientamenti nei riguardi della Russia e della popolazione russa e russofona delle regioni orientali dell’Ucraina. Iniziava così una nuova pagina, sanguinosa, della storia ucraina. Davanti alla evidente inedita ondata di russofobia che stava travolgendo il Paese, le regioni orientali strettamente legate, non solo culturalmente, linguisticamente, ma anche da intimi legami familiari con la Russia, decisero unilateralmente attraverso un referendum di svincolarsi dalla nuova autorità centrale ormai insediatasi a Kiev. Cominciò così una guerra, ancora in atto, nella quale il popolo del Donbass non esitò ad imbracciare le armi e a combattere pur d’ottenere la propria indipendenza. Questa è la storia che procede sulla sua catena di cause-effetti.

L’11 maggio a Donetsk, c’è stata la festa della Repubblica. L’autoproclamatasi Repubblica Popolare di Donetsk (DNR) ha festeggiato i due anni dal referendum che nel maggio del 2014 sancì unilateralmente la sua indipendenza da Kiev.

Alla celebrazione oltre ai leader della neo-Repubblica: il presidente Alexander Zakharchenko, il presidente del parlamento Denis Pushilin.. hanno preso parte anche delegazioni arrivate da Russia, Italia (dalla regione Veneto), Francia, Germania, Finlandia, Abkhazia, Ossezia del Sud, Repubblica Popolare di Lugansk.

Una festa a dir poco “grandiosa”. La festa dei civili, del popolo, dei lavoratori, dei giovani.. Letteralmente: “la festa di tutti”. Non a caso la neo-Repubblica ha inserito nella sua definizione il termine “Popolare”.

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Davanti al palco delle autorità, ininterrottamente, per ben tre ore hanno sfilato tutte le realtà civili-sociali della DNR: dalle scolaresche, alle organizzazioni sportive, fino alle varie rappresentanze sindacali e alle diverse associazioni di categoria, minatori, medici, insegnanti e giuristi. Hanno sfilato anche delegazioni arrivate da tutte le altre città della DNR, alcune dai nomi tristemente noti per essere state teatro di cruenti scontri militari: Gorlovka, Debalzevo… ognuna con colori e costumi specifici, il tutto tra l’entusiasmo della folla che col sottofondo delle più note canzoni patriottiche sovietiche sventolava bandiere della DNR, russe e sovietiche.

Uno spettacolo unico ed entusiasmante, sicuramente insolito per gli italiani: in Italia la festa della repubblica è soprattutto una festa delle forze armate, con relativa parata di reparti e mezzi militari. Nonostante la guerra ancora in corso, che da due anni insanguina la regione, qua a Donetsk, si preferisce dar invece risalto alla componente pacifica, laboriosa e festosa della popolazione civile.

La situazione a Donetsk è decisamente cambiata rispetto solo a sei mesi, un anno fa. I combattimenti sul fronte, che scorre solo a pochi chilometri a nord della città, ora più rari, sono diminuiti anche per intensità. Si tratta soprattutto di armi leggere e di calibro ridotto.

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La città, nonostante la distruzione dei suoi quartieri settentrionali, sembra aver ripreso il suo normale ritmo di vita e sta risorgendo: ristoranti, caffè, farmacie, negozi.. tutto è stato riaperto, quasi totalmente, come prima della guerra. Nei supermercati c’è di tutto. Stanno nascendo anche molti bambini, questo come desiderio di speranza nel futuro.

Il governo della neo-Repubblica ha fatto e sta facendo passi da gigante per far ripartire tutte le varie attività economiche, sociali.. sul proprio territorio.

Il blocco da parte di Kiev non ha fatto altro che spingere ulteriormente le due neo-Repubbliche secessioniste quella di Donetsk e di Lugansk verso Mosca.

Al di là del posizionamento ideologico, a prescindere dai “pro” o dai “contro”, la realtà sul campo evidenzia che qui, nel Donbass, sono nate due nuove Repubbliche “de facto” ormai autonome e indipendenti da Kiev, che lo si voglia o non lo si voglia riconoscere. Gli esiti della guerra sono ancora incerti, ma questo dato appartiene ormai alla storia.


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