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Scagliusi e Brambilla, due nuove proposte di legge sulle adozioni

Mentre in Commissione Giustizia della Camera continuano le audizioni in materia di adozioni e affido, nei giorni scorsi due nuove proposte di legge per la riforma della legge 184.

di Sara De Carli

Mentre in Commissione Giustizia della Camera continuano le audizioni in materia di adozioni e affido, nei giorni scorsi due nuove proposte di legge per la riforma della legge 184. Si tratta della proposta a firma di Michela Vittoria Brambilla (Atto Camera 3827, testo non ancora disponibile), presidente della Commissione Bicamerale Infanzia e della proposta a firma di Emanuele Scagliusi (Atto Camera 3761, che si va ad aggiungere alla proposta 3318 già presentata nell’autunno 2015).

La proposta dell'onorevole Brambilla prevede l’accelerazione delle procedure nella fase della dichiarazione di disponibilità e del giudizio di idoneità (l’eventuale audizione degli aspiranti genitori avverrà entro 30 giorni dalla data di presentazione della domanda e il giudizio dei Tribunali entro 30 giorni dal completamento dell’istruttoria), mentre l’efficacia del decreto di idoneità è ridotto da un anno a quattro mesi.

C’è poi l’immediata trascrizione della sentenza straniera di adozione nei registri dello stato civile da parte della Commissione adozioni internazionali, che ne darà immediatamente comunicazione al Tribunale dei minorenni competente: oggi questo adempimento può richiedere mesi, durante i quali l’adottato, ormai “figlio” a tutti gli effetti, non può essere iscritto come residente nella casa dei genitori. C’è l’innalzamento della deducibilità delle spese sostenute dai genitori adottivi, dall’attuale 50% all’80%, che saranno deducibili anche se il procedimento non dovesse andare a buon fine «a causa di situazioni emergenziali nei Paesi esteri». Sarà deducibile l’80% anche delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’assistenza medica e psicologica nei primi tre anni dall’ingresso del minore nel nucleo familiare. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano istituiranno un servizio di assistenza alle famiglie, per favorire e monitorare l’inserimento del minore.

La proposta Scagliusi (qui la relazione e il testo) prevede che la CAI passi sotto la competenza del Ministero degli Affari Esteri (attualmente è sotto il controllo della Presidenza del Consiglio), con un presidente nominato dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale che, in nessun caso, potrà sostenere anche il ruolo di vicepresidente e un vicepresidente proveniente dal Dipartimento delle politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che faccia leva sul corpo diplomatico nella gestione dei rapporti con gli altri Paesi e con un referente CAI nelle ambasciate dove l’Italia ha stipulato accordi.

La proposta di legge modifica il nome degli enti autorizzati in agenzie autorizzate e la riduzione a nove del numero dei componenti della CAI: per gli enti ci saranno nuovi requisiti sia in Italia (certificazione del bilancio; qualifica di ente morale; numero minimo di mandati e di adozioni) sia all’estero (sede effettiva con personale dipendente; tracciabilità dei trasferimenti monetari; obbligatorietà delle attività di cooperazione internazionale e status di organizzazione non governativa riconosciuta dal Mae). La detraibilità viene portata al 100%, magari diluendola in un paio di anni, e istituire una sorta di "prestito d'onore" a tasso zero, che la famiglia possa restituire a rate. Ancora, la proposta prevede l’istituzione di un unico protocollo sanitario che supporti e uniformi l'operato dei medici, prevedendo una formazione specifica sulle problematiche sanitarie dei minori che provengono da altri paesi.

Foto Getty Images


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