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BMW: ecco perché puntiamo sull’intercultura

Partner della Quarta Giornata Interculturale Bicocca, il gigante dell’industria automobilistica tedesca racconta a Vita.it perché l’intercultura rappresenta uno dei pilastri della cultura aziendale

di Ottavia Spaggiari

Si trova proprio accanto all’ Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite (UNAOC), il nome del Gruppo BMW, principale partner della Quarta Giornata Interculturale Bicocca, focalizzata sui temi della pedagogia, della didattica, dell’educazione, della formazione in ambito interculturale. Titolo della giornata: Building Bridges. Tra le due sponde. L’educazione interculturale all’epoca dei nuovi fondamentalismi. Un’iniziativa che suggella la collaborazione avviata tra la filiale italiana della Casa di Monaco e l’Università nel 2013, con un focus particolare sul tema dell’intercultura e del dialogo tra i popoli. Obiettivo dell’incontro: arricchire e implementare il patrimonio di contenuti reali e di metodologie valide per l’educazione interculturale (in Italia e in altri Paesi) negli anni difficili dei nuovi fondamentalismi. Ma cosa c’entra il gigante dell’industria automobilistica tedesca, con l’intercultura, un tema che sembra così distante dal mondo dell’auto?

La domanda che ci poniamo sempre in quanto corporate citizen è come vogliamo interagire con la società che ci circonda

La domanda che ci poniamo sempre in quanto corporate citizen è come vogliamo interagire con la società che ci circonda,” spiega Bill Mc Andrews, responsabile della Comunicazione Corporate a livello globale. “La nostra è una realtà in cui lo scambio tra culture è fondamentale, basti pensare che tra le 40mila persone che lavorano nel nostro quartier generale, a Monaco, sono rappresentate oltre 100 nazionalità. E insieme, ogni giorno, costruiscono il successo della nostra azienda. Questo però non avviene naturalmente. Riuscire a far lavorare insieme persone con culture e formazioni così profondamente differenti richiede un livello elevatissimo di sensibilità e comprensione interculturale. E in tempi come quelli che stiamo vivendo, caratterizzati dal ritorno dei fondamentalismi e dei conflitti globali, il dialogo interculturale sta diventando un elemento sempre più cruciale”.

A confermare il ruolo chiave che questo tema ricopre nella strategia CSR del Gruppo anche il fatto che, insieme all’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, ogni anno dal 2011, BMW conferisce l’Intercultural Innovation Award a dieci progetti sociali innovativi che promuovono il dialogo e la comprensione interculturali. L’ultimo premio è stato assegnato un mese fa, a “Give Something Back to Berlin”, una rete che mobilita e permette ai nuovi arrivati a Berlino da tutto il mondo di canalizzare il proprio tempo, le proprie energie e competenze in progetti sociali e in attività nel proprio quartiere, con un focus particolare sulla comunità dei rifugiati.

“Il contributo economico è solo una piccola parte del sostegno che intendiamo offrire.” Continua Mc Andrews. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare queste iniziative a diventare sostenibili.” Per questo motivo ogni anno, i 10 progetti finalisti ricevono un’analisi dei bisogni, sulla base dei quali vengono sviluppati percorsi di mentoring e workshop personalizzati, oltre all’accesso ad una piattaforma che favorisce e promuove lo scambio di saperi e competenze. "Non si tratta di semplice attività di charity ma di diventare un agente di cambiamento positivo, promuovendo l'intercultura. D'altra parte la creatività è fondamentale in un'azienda come la nostra e non vi è creatività senza l'inclusione della diversità."

Foto:AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images


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